I propositi per il nuovo anno dei leader mondiali

Foreign Policy fa l'elenco di quello che dovrebbero fare, e che molto probabilmente non faranno

Foreign Policy ha fatto l’elenco dei buoni propositi che nove leader mondiali dovrebbero fare per il 2011. Quello che andrebbe fatto per migliorare un po’ le cose, o almeno provarci. Si comincia da Obama e si finisce con Kim Jong Il. E c’è anche Berlusconi, tranquilli.

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BARACK OBAMA

Proposito: Fare del 2011 un anno di opportunità e non un anno di crisi.

Che cosa dovrebbe fare: Il presidente degli Stati Uniti dovrebbe concentrarsi di più sui rapporti con l’Unione Europea e con l’America Latina, che sono stati penalizzati da un’agenda diplomatica focalizzata soltanto su Asia e Medio Oriente. Dovrebbe anche darsi più da fare sul campo dei diritti umani e approfittare di un nuovo Congresso presidiato dai repubblicani per ratificare nuovi accordi con alleati strategici come la Colombia e la Corea del Sud.

Perché non lo farà: Le crisi in corso non spariranno tanto facilmente. Le truppe dell’esercito sono ancora impegnate nella guerra in Afghanistan e Obama rischia di finire sotto attacco se non riuscirà a rispettare la promessa di iniziare il ritiro a partire dalla prossima estate. E poi c’è il solito conflitto tra Israele e Palestina, che anche per il prossimo anno lo terrà parecchio impegnato.

VLADIMIR PUTIN

Proposito: Dare una possibilità a Medvedev.

Che cosa dovrebbe fare: Sarebbe troppo aspettarsi che Putin diventi da un momento all’altro un leader democratico, però potrebbe almeno dare al presidente Dmitri Medvedev la possibilità di governare davvero. Ci sono segnali che indicano che se lasciato operare, Medvedev potrebbe avviare alcune riforme importanti senza minacciare troppo l’establishment.

Perché non lo farà: Perché non fa parte del piano. È sempre più probabile che Putin voglia ricandidarsi alla presidenza alle elezioni del 2012, e quindi il prossimo anno dovremo aspettarci una sua presenza ancora maggiore, e non minore, nell’arena politica.

MAHMOUD AHMADINEJAD

Proposito: Diventare il riformatore della teocrazia iraniana.

Che cosa dovrebbe fare: Ultimamente ci sono stati alcuni segnali che hanno indicato un certo allontanamento del presidente dall’establishment clericale dell’Iran. Ahmadinejad è stato criticato per avere cercato di promuovere uno stato “iraniano” invece che “islamico” e per avere accusato i membri del Parlamento di correre con troppa facilità verso Qum, la capitale religiosa dell’Iran, per qualsiasi decisione.

Perché non lo farà: Nonostante le recenti tensioni, Ahmadinejad deve ancora molto alla linea più conservatrice dell’establishment clericale, che lo ha supportato durante la crisi politica seguita alle elezioni del 2009. È del tutto improbabile quindi che si allontani troppo dalle loro indicazioni.

HUGO CHAVEZ

Proposito: Essere come Lula.

Che cosa dovrebbe fare: Finora Chavez ha optato per una sinistra sudamericana vecchia maniera, che non ha favorito la crescita economica del suo paese e ne ha aumentato l’isolamento internazionale. Dovrebbe guardare a quello che è riuscito a fare il presidente del Brasile, Luiz Inacío Lula da Silva, che ha unito generosi programmi sociali al sostegno alle industrie private e a una politica estera indipendente e moderna.

Perché non lo farà: Come dimostra la recente approvazione di poteri speciali, il presidente non sembra avere nessuna intenzione di allentare il suo controllo su tutti i livelli del potere né di aprirsi a politiche economiche più liberali.

DAVID CAMERON

Proposito: Andarci più piano.

Che cosa dovrebbe fare: Quest’anno il premier della Gran Bretagna si è fatto sentire soprattuto per il suo rigido programma di tagli economici che hanno colpito tutti i settori del paese, dall’esercito all’università. Se insisterà ancora con questa politica di austerity rischierà di spezzare la sua fragile coalizione e perdere il sostegno del suo stesso partito. È tempo di dimostrare che la sua visione politica non è fatta solo di tagli. E forse un tema da cui ripartire potrebbe essere quello dell’immigrazione: come ha dimostrato il recente attentato a Stoccolma, la Gran Bretagna ha un grosso problema con la radicalizzazione di alcuni musulmani immigrati. Cameron dovrebbe fare della loro integrazione una delle maggiori priorità del suo governo.

Perché non lo farà: Per il premier i tagli continueranno a essere una necessità per favorire la ripresa economica. In più, non vorrà andare contro le richieste della popolazione, che sul fronte immigrazione vuole misure più restrittive.

BENJAMIN NETANYAHU

Proposito: Pensare in grande.

Che cosa dovrebbe fare: Dovrebbe premere per una risoluzione finale prima che l’Autorità Palestinese dichiari la propria sovranità unilateralmente. Questo significherebbe tenere testa a chi nel suo partito si oppone a un accordo e ai coloni della Cisgiordania, che non vogliono interrompere la costruzione di nuovi insediamenti.

Perché non lo farà: Netanyahu dipende ancora troppo dal supporto del partito di estrema destra Yisrael Beiteinu, guidato dalla controversa figura di Avigdor Lieberman. E non vorrà rischiare di far cadere il suo governo a causa della Palestina.

SILVIO BERLUSCONI

Proposito: Dimettersi finché è in testa.

Che cosa dovrebbe fare: Se è intelligente, dovrebbe trovare un accordo con l’opposizione in cui si impegna a dare le dimissioni in cambio dell’immunità per il resto della sua vita.

Perché non lo farà: Non ha fiducia nei giudici e quando tornerà a essere un normale cittadino sicuramente la giustizia lo verrà a cercare. In più Berlusconi non ha mai espresso nessun rimorso per le trasgressioni e i reati di cui è stato accusato e sembra considerare l’incarico di primo ministro un diritto di nascita.

HU JINTAO

Proposito: Dimostrare che si sbagliano.

Che cosa dovrebbe fare: Il 2010 è stato l’anno in cui la Cina ha vietato a Liu Xiaobo di andare a ritirare il premio Nobel per la Pace a Stoccolma. Il Partito Comunista ha già raggiunto obiettivi economici incredibili per il paese negli ultimi anni, portando fuori dalla povertà decine di milioni di persone. Perché allora non cominciare ad allentare un po’ anche la censura e ampliare il diritto di espressione e d’informazione?

Perché non lo farà: Perché il sistema attuale funziona. Finché l’economia cinese continuerà a crescere, non c’è ragione per Hu Jintao e il resto della leadership del partito di cambiare la loro linea.

KIM JONG IL

Proposito: Non fare la guerra.

Che cosa dovrebbe fare: Le tensioni tra Corea del Nord e Corea del Sud sono molto frequenti, ma quest’anno Kim Jong Il si è spinto troppo in là, prima con l’attacco alla nave Chenoan e poi con quello contro l’isola di Yeonpyeong. La Corea del Nord ha saggiamente ritirato le sue minacce di guerra nelle ultime settimane, ma qualsiasi futura azione militare potrebbe davvero innescare inevitabilmente la risposta della Corea del Sud. Per questo sarebbe meglio che abbandonasse subito la sua politica così aggressiva.

Perché non lo farà: È tempo di successione in Corea del Nord e il leader scelto, il figlio minore di Kim Jong Il, è ancora relativamente poco noto. Il suo nome, Kim Jon Un, per il momento è associato soltanto a una sciagurata politica di svalutazione della moneta nazionale effettuata l’anno scorso. Il bisogno di ottenere vittorie militari importanti per assicurarsi maggiore prestigio in patria potrebbe quindi spingere la Corea del Nord a lanciare nuove provocazioni.