Cosa è successo oggi in Senato

Schifani reprime l'ostruzionismo delle opposizioni, la tensione sale, si procede faticosamente: ma è quasi Natale

20,08 appunto, si vota domani e tutti a casa, l’opposizione ha rinunciato all’ostruzionismo.

Aggiornamento delle 19,27: la seduta è sospesa e convocata la conferenza dei capigruppo di fronte alla richiesta della senatrice Finocchiaro di trovare un’intesa per un procedere meno bellicoso dei lavori.

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Alle 18,48 la seduta in Senato è ripresa dopo essere stata nuovamente sospesa, tra grosse difficoltà e disordine. Vediamo com’è andata la giornata finora.

Cosa fa la maggioranza
Il voto sulla riforma dell’università che ci si aspettava esaurisse i molti emendamenti tra stasera e domattina, sta procedendo molto faticosamente e se le previsioni sono ancora che la decisione finale arrivi domani, il percorso non è certo fluido. La maggioranza ha deciso di non prendere in nessuna considerazione la richiesta di correggere con un emendamento l’errata scrittura del testo della legge, che contiene delle incongruenze di fatto: e quindi di procedere col voto. Ieri il senatore Rutelli aveva ipotizzato che questo problema potrebbe – se ignorato – costringere il Presidente della Repubblica a rinviare alle camere la legge, ma la maggioranza sembra volersi prendere il rischio. C’è un’abitudine di questa maggioranza a ignorare le regole e a ritenere di poterle eludere o superare in un modo o nell’altro, salvo poi generare guai maggiori. In questo caso quello che potrebbe succedere è che il governo sia costretto a un decreto correttivo immediatamente conseguente alla promulgazione della legge, che però rischia di vedersi sommersa di mille ricorsi da coloro che nell’università fossero insoddisfatti dei suoi effetti, se non fosse immediatamente resa limpida da una correzione, appunto.

Cosa fa l’opposizione
Dopo aver visto fallire i suoi tentativi di ricondurre l’approvazione della legge nei termini regolamentari (e anche quelli di tornare al voto alla Camera, dove hai visto mai), l’opposizione ha allora trovato una progressiva compattezza nella pratica dell’ostruzionismo, condotta incessantemente da una decina di senatori di PD e IdV. Lo fa senza nessun progetto articolato o obiettivo visibile – non ci sono scadenze che mettano a rischio l’approvazione della legge – ma ormai il clima è molto aspro e quindi il concetto sembra essere “volete la guerra?”. Lo stesso concetto è però stato ripreso a sua volta dal presidente Schifani che a un certo punto del pomeriggio ha d’imperio negato alle opposizioni l’uso di una serie di strumenti di intervento e dibattito sul voto degli emendamenti, suscitando nuove proteste ma riuscendo a reprimere molta forza dell’ostruzionismo, che però prosegue con ogni opportunità di regolamento che consenta di fare melina.

Cosa succederà
Lo volete sapere davvero, in soldoni? Succederà che fra tre giorni è Natale. Sono saltate già decine di prenotazioni di voli e treni per tornare a casa. C’è in Senato un grande nervosismo e una gran voglia di tornare a casa. I sabotaggi di molti senatori dell’opposizione non dovrebbero riuscire a sconfiggere la granitica severità del presidente Schifani – che sa tirare dritto come pochi – in un contesto in cui in molti vogliono andare in vacanza e non ci sono per l’opposizione prospettive di colpi particolarmente grossi: al massimo un rinvio. C’è solo un però: che anche ieri sembrava una giornata che dovesse scorrer via tranquilla e che questa maggioranza ci ha costruito sopra una serie di toppe peggio del buco che non è detto sia terminata. Si vota fino a stasera e poi domani si riprende e si va minacciosamente “a oltranza”.