Una nave di profughi si schianta contro l’Isola di Natale

L'incidente è stato causato dal cattivo tempo e dalle condizioni precarie dell'imbarcazione, si temono almeno 30 morti

Aggiornamento delle 10:04
I soccorritori hanno da poco confermato di aver recuperato 27 corpi dalle acque. Il numero delle vittime potrebbe, però, salire ancora.

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Una nave che trasportava una settantina di immigrati in cerca di asilo si è schiantata contro le coste dell’Isola di Natale, una piccola isola nell’Oceano Indiano a sud dell’Indonesia e a nord-ovest dell’Australia. L’incidente si è verificato verso le 6 del mattino locali (in Italia era mezzanotte) e potrebbe aver causato la morte di almeno trenta persone, ancora disperse dopo il tempestivo avvio dei soccorsi da parte delle autorità dell’isola. Fino a ora dal relitto sono state tratte in salvo 41 persone, ma le condizioni atmosferiche e il mare molto agitato stanno rallentando i soccorsi, riducendo le possibilità di trovare ancora qualcuno in vita.

Stando alle prime informazioni raccolte dall’amministratore dell’isola, Kamar Ismail, i profughi in cerca di asilo erano principalmente di origini mediorientali. Il medico che ha prestato i primi soccorsi ai superstiti ha confermato che si tratta di cittadini iracheni e iraniani. Sulla nave c’erano molte donne e bambine e gli abitando dell’isola hanno assistito impotenti all’affondamento della nave, con decine di profughi in acqua alla ricerca di un appiglio per resistere alle forze delle onde in attesa dei soccorritori.

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(video senza audio)
Le modalità dell’incidente non sono ancora del tutto chiare. Le autorità non riescono a spiegarsi come mai la nave si trovasse dal lato più pericoloso dell’isola per la navigazione e non dall’altro, dove nelle ultime ore erano già approdate un paio di navi.

Negli ultimi giorni il maltempo ha comunque reso molto difficili le comunicazioni con l’isola. I superstiti sono stati trasferiti su una nave che ha fatto rotta verso il mare aperto per trovare acque più calme, in attesa di un miglioramento delle condizioni atmosferiche per tentare di approdare sulle coste dell’isola senza problemi. I soccorritori si sono dati da fare per recuperare i naufraghi, ma la zona dell’incidente è densa di scogli e non ci si può avvicinare facilmente con le imbarcazioni dei soccorsi.

Gli abitanti dell’isola, sono circa 600 in tutto, hanno cercato di rispondere tempestivamente all’emergenza in attesa dell’arrivo della marina lanciando giubbotti e salvagenti in mare. Le onde, raccontano alcuni isolani, raggiungevano però gli otto metri di altezza lasciando poche speranze. Secondo i meteorologi le condizioni del tempo rimarranno avverse per numerosi giorni a causa di un monsone che sta interessando l’area.

Julia Gillard, il primo ministro australiano, ha interrotto la propria vacanza per occuparsi personalmente del caso e dei possibili risvolti politici. L’opposizione critica il governo per le scelte sull’immigrazione, ricordando che sarebbe stato sufficiente verificare la possibilità di concedere l’asilo ai profughi in Indonesia prima della loro partenza per evitare la tragedia. Quest’anno le navi con immigrati in cerca di asilo arrivate sulle coste australiane sono state 126 e quasi tremila persone sono state ospitate nei centri di permanenza temporanea dell’Isola di Natale, spiega il Dipartimento per l’Immigrazione del paese. Per l’opposizione le cifre sono molto più alte: 197 imbarcazioni per un totale di 5400 persone.

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