È il neologismo che non mancava al giornalismo italiano. Dopo Tangentopoli, Vallettopoli, Calciopoli, Bancopoli, Affittopoli, ecco Parentopoli. Qui bisognerebbe ricordare che Tangentopoli faceva riferimento a una città, Milano, diventata la città delle tangenti; e quindi non si capisce perché uno scandalo nazionale sul calcio dovesse chiamarsi Calciopoli – peggio ancora Moggiopoli – o uno sulle banche Bancopoli, ma non c’è il tempo (e poi la battaglia linguistica è persa anche sul piano internazionale, con l’analogo caso del suffisso “-gate”). E comunque lo scandalo di cui parliamo stavolta, il cosiddetto Parentopoli, ha effettivamente a che fare con una città, cioè Roma, che non è la città dei parenti ma è la città le cui società municipalizzate – cioè le società fornitrici di servizi di proprietà degli enti locali – sembrano essere piene di parenti, collaboratori e segretari di politici, di amministratori, di sindacalisti.
Di cosa parliamo
Parliamo delle due municipalizzate più importanti di Roma. Una è l’ATAC, l’Agenzia Tramvie e Autobus del Comune, e l’altra è l’AMA, l’Agenzia Municipale per l’Ambiente, cioè la nettezza urbana. Sono due colossi. L’ATAC ha 12 mila dipendenti e un bilancio che è un colabrodo: 120 milioni di euro di perdite, più di un terzo del capitale della società, la mettono seriamente a rischio di fallimento. L’AMA ha 7 mila dipendenti e non se la passa molto meglio: nel 2009 il Comune l’ha salvata sborsando un bel po’ di liquidi e mettendola in condizione di ristrutturare il debito da 1,2 miliardi di euro, ma la strada verso la stabilità del bilancio è ancora molto lunga.
Le assunzioni all’ATAC
La storia comincia con un’inchiesta di Giovanna Vitale sulla cronaca di Roma di Repubblica. È il 27 novembre. Si racconta di cosa c’è dietro molte delle 854 assunzioni per chiamata diretta fatte dalla società negli ultimi due anni, nonostante i 120 milioni di passivo di bilancio. Si comincia con l’amministratore delegato, Adalberto Bertucci, dimessosi pochi mesi fa, che si ritrova a fargli compagnia in azienda il figlio, il genero, il nipote, la cognata del figlio, l’ex segretaria, il figlio della ex segretaria, la nuora della ex segretaria, la figlia della segretaria del figlio. Ma è solo l’inizio: nella lista ci sono anche Emanuela Gentili, ex assistente dell’eurodeputato del PdL Antonio Tajani; Stefania Fois, fidanzata del deputato del PdL Marco Marsilio (che però dirà che lui e Fois non stavano insieme, al momento della sua assunzione); Claudia Cavazzuti, moglie del senatore del PdL Stefano De Lillo; Gabriele Del Paolis, collaboratore del deputato del PdL Vincenzo Piso, e Catia Acquesta, sua addetta stampa. Il genero del deputato del Pdl Vincenzo Aracri. Michela Martucci, ex segretaria del deputato del PdL Giorgio Simeoni.
La lista è lunga, abbiate pazienza. Sergio Marchi è l’assessore alla mobilità del comune di Roma. In ATAC vengono assunti la sua fidanzata, il fratello della sua fidanzata, la moglie del suo capo dello staff, il figlio e il nipote di un collaboratore, l’ex fidanzata di un secondo collaboratore, la segretaria, la figlia della segretaria. In ATAC vengono assunti anche il figlio di Antonino Torre, consigliere comunale di centrodestra; una collaboratrice (fidanzata, dice qualcuno) di Dario Rossin, ex capo gruppo di AN in consiglio comunale, oggi della Destra; la moglie di Marco Visconti, ex consigliere comunale AN.
Le assunzioni politiche, diciamo, e gli aumenti
Si va molto oltre anche i parenti, in realtà. L’ATAC assume anche l’ex vicesindaco di Guidonia e il vicesindaco di Montelibretti. Poi due consiglieri comunali del PdL a Tivoli, Emanuele Di Lauro ed Ettore Tirrò. Poi ci sono gli assunti sindacalisti o sponsorizzati dai sindacalisti: oggi Repubblica dice che all’ATAC ce ne sono due della CISAL, uno dell’UGL, uno del Dopolavoro, sei della CGIL, tre della CISL, due della UIL, due in quota RSU e uno in quota SUL. Per non parlare dei politici di circoscrizione, ci arriviamo dopo. Prima occupiamoci della cubista, scovata dalle Iene. Si chiama Giulia Pellegrino, oggi è segretaria del direttore industriale di ATAC. È la mora. Qualche giorno fa è venuto fuori anche un altro pezzo di scandalo, relativo a promozioni e aumenti di stipendio, a volte con assegni fuori busta paga, di cui sono destinatari molte persone tra quelle accusate di essere state assunte grazie a una raccomandazione.