Il 25 luglio del 2000 un Concorde della compagnia aerea Air France si schiantò nella campagna intorno all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, causando la morte di cento passeggeri, nove membri dell’equipaggio e quattro persone a terra. L’incidente, l’unico nella storia dell’aereo supersonico, fece molto scalpore e sancì il primo passo verso l’abbandono dei voli supersonici per l’aviazione civile. Oggi, a distanza di oltre dieci anni dal disastro del Concorde, il tribunale di Pontoise, un comune poco oltre la periferia di Parigi, ha stabilito che a causare l’incidente fu un detrito lasciato sulla pista dell’aeroporto da un aereo della compagnia statunitense Continental Airlines, che dovrà ora pagare 200mila euro di multa e un milione di euro di risarcimento ad Air France.
La Corte è arrivata a questa conclusione dopo quasi quattro mesi di processo sulla base delle prove prodotte dall’accusa e dalla difesa, raccolte nel corso degli ultimi dieci anni. Stando alla ricostruzione ritenuta più credibile, quel 25 luglio del 2000 i problemi per il Concorde iniziarono pochi istanti dopo il via libera al decollo fornito dalla torre di controllo dell’aeroporto Charles de Gaulle. Alle 15:42 il volo AF 4590 ottenne il permesso per decollare e iniziò la corsa lungo la pista per sollevarsi da terra.
Il decollo andò a buon fine, ma pochi istanti prima di staccarsi dal suolo, uno dei copertoni del carrello sotto all’ala sinistra dell’aereo incontrò sul proprio tragitto una sottile lamina di titanio, un materiale particolarmente resistente, che squarciò lo pneumatico del carrello. Parte del copertone ormai distrutto andò a sbattere contro la parte inferiore dell’ala causando una crepa dalla quale iniziò a uscire il carburante dell’aereo, che si incendiò entrando in contatto con i fumi prodotti dai motori a pieno regime per il decollo.
La fiammata fu visibile a occhio nudo dalla torre di controllo, che avvisò immediatamente il pilota per consentirgli di abortire la fase di decollo. L’equipaggio segnalò alla torre che era ormai troppo tardi per fermarsi, il Concorde aveva superato i 300 chilometri orari, e l’aereo si sollevò da terra anche se un motore era ormai in fiamme. La torre consigliò allora al pilota di dirigersi verso ovest per tentare un atterraggio di emergenza nell’aeroporto di Le Bourget, ma anche in questo caso la risposta di chi stava cercando di governare l’aereo supersonico non fu incoraggiante: il Concorde era sostanzialmente fuori controllo e con il carrello bloccato.
A meno di un minuto dal decollo, un motore iniziò a perdere potenza obbligando il pilota a rallentare i motori anche sull’altra ala per cercare di mantenere stabile l’aereo. La manovra portò a una sensibile riduzione di potenza e rese ancora più ingovernabile l’aeroplano. Pochi secondi dopo, il Concorde si schiantò a terra travolgendo un albergo nella campagna parigina, a pochi chilometri dall’aeroporto. Il bilancio complessivo fu di 113 morti.