Che fine ha fatto il WiFi libero?

È passato un mese dall'annuncio di Maroni di superare il decreto Pisanu, ma non c'è ancora nulla di concreto

All’inizio di novembre, il ministro dell’Interno Roberto Maroni presentò le nuove norme sulla sicurezza, confermando di aver inserito nei nuovi provvedimenti la rimozione dei vincoli del cosiddetto decreto Pisanu, quello che obbliga gli utenti a identificarsi con un documento di identità prima di collegarsi alle postazioni Internet pubbliche. È passato un mese da quell’annuncio e le cose sembrano essere ancora ferme, come spiega oggi Guido Scorza. La speranza è riposta in due emendamenti presentati dagli onorevoli Palmieri (PdL) e Dalla Vedova (FLI) per il Disegno di legge Sicurezza, oggetto di discussione alla Camera.

Era il 5 novembre quando il Ministro dell’Interno Roberto Maroni annunciava solennemente che dal primo gennaio, dopo oltre 5 anni di attesa, finalmente, anche gli italiani avrebbero potuto navigare in Rete attraverso le postazioni WiFi pubbliche, senza bisogno di preventiva identificazione a mezzo carta d’identità.
Sono passati oltre venti giorni ma le parole del Ministro non sono, sfortunatamente, state seguite dai fatti.

Il Governo non ha, infatti, sin qui presentato nessun disegno di legge per abrogare o sostituire la disciplina attualmente dettata dal c.d. Decreto Pisanu.
È un fatto grave, che proietta sulla figura del Ministro dell’Interno un’ombra scura: quella di chi ha voluto e saputo cavalcare mediaticamente una diffusa e sacrosanta richiesta dei cittadini, pur senza essere né pronto, né intenzionato a far seguire alle parole i fatti.

Frattanto, tuttavia, come già scritto, in Parlamento qualcosa si è timidamente mosso e, dopo anni di silenzio, pendono, oggi ben cinque disegni di legge – provenienti da ogni schieramento – che con toni e gradazioni diversi propongono tuttavia tutti l’abrogazione dell’art. 7 del Decreto Pisanu o una sua importante riformulazione.
Sfortunatamente, però, non è ancora iniziato l’esame di nessuno di tali disegni di legge e le ore di questa legislatura sembrano, ormai, contate.

Sarebbero – spiego, più avanti perché uso il condizionale – quindi, da salutare con favore le iniziative degli Onorevoli Palmieri (PdL) e Dalla Vedova (FLI) che, nelle scorse ore, hanno proposto due emendamenti al Disegno di legge Sicurezza, attualmente in discussione alla Camera.
Si tratta, infatti, di una scorciatoia attraverso la quale il Parlamento si ritroverà costretto ad affrontare la questione del Decreto Pisanu.
Occorre, tuttavia, rilevare – e questa e la ragione dell’utilizzo del condizionale nel valutare le due iniziative – che i due emendamenti proposti lasciano perplessi.

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