La religione fa bene o male al mondo?

Ne hanno discusso ieri a Toronto Tony Blair e Christopher Hitchens, in un dibattito molto atteso

L’ex primo ministro britannico Tony Blair e il giornalista e scrittore Christopher Hitchens sono stati i protagonisti di un dibattito pubblico sulla religione tenutosi ieri a Toronto. Il dibattito era organizzato da Munk Debates, una fondazione promossa dall’uomo d’affari e filantropo Peter Munk, ed era piuttosto atteso a causa del profilo e del livello dei due oratori.

Christopher Hitchens ha sostenuto l’argomento per cui la religione nuoce al mondo, forte delle sue credenziali di ateo militante: autore di “Dio non è grande” e di molti altri testi sul tema, Hitchens è tra i più celebri e influenti critici delle religioni, oltre a essere un apprezzatissimo giornalista, opinionista e scrittore. Hitchens è l’uomo che venne chiamato dal Vaticano a fare da “avvocato del diavolo” nella causa di beatificazione di madre Teresa di Calcutta (a cui lui ha dedicato un libro, “La posizione della missionaria”). Da qualche mese è malato di cancro all’esofago, per questo si sta sottoponendo alla chemioterapia.

L’argomento opposto era sostenuto da Tony Blair, ex premier britannico convertito al cattolicesimo nel 2007, oggi a capo di una fondazione per il dialogo interreligioso e inviato del quartetto – ONU, UE, USA e Russia – per la pace in Medioriente. Visto con gli occhi di chi osserva soprattutto la politica italiana, Blair è quanto di più lontano si possa immaginare da un politico-cattolico: nei suoi dieci anni da primo ministro, infatti, Blair ha aperto l’istituto del matrimonio civile agli omosessuali con le civil partnership; ha costretto le casefamiglia e le organizzazioni religiose a dare bambini in adozione anche alle coppie gay, pena la chiusura; ha stanziato grandi investimenti nell’istruzione pubblica e nella ricerca sulle cellule staminali. E va molto fiero di tutto questo, anche dopo la sua conversione.

Insomma, uno tra gli atei militanti più celebri del pianeta e un politico cattolico che non può essere accusato di clericalismo, entrambi largamente considerati tra gli oratori più efficaci e brillanti in circolazione, a discutere di un tema particolarmente controverso e appassionante. Il tutto nel corso di un dibattito vivace e tutt’altro che irregimentato, con botta e risposta, domande e interazioni col pubblico. E una rilevazione statistica, volta a misurare l’efficacia dei due oratori. Prima dell’inizio del dibattito, infatti, a ogni persona del pubblico è stata chiesta la sua opinione riguardo il tema in oggetto, il ruolo della religione nella società moderna. La stessa domanda è stata fatta alla fine del dibattito (oltre tre quarti del pubblico, dando la propria opinione all’inizio della serata, aveva anche dichiarato di essere disposto a cambiarla, se avesse ascoltato argomenti convincenti).

Alla fine il dibattito l’ha vinto Hitchens. “Potrebbe avere a che fare con la compassione per via della sua malattia, ma in realtà probabilmente il verdetto si deve alla lucidità della sua oratoria e al fatto che il 57 per cento del pubblico era d’accordo con lui fin dall’inizio, mentre solo il 22 per cento era d’accordo con Blair”. I veri vincitori, però, sono certamente gli organizzatori. Due oratori di altissimo profilo e un tema così controverso hanno portato il dibattito sui giornali di tutto il mondo, vendendo i biglietti con larghissimo anticipo (alcuni si potevano trovare su eBay a cifre altissime).

Noi traduciamo di seguito le dichiarazioni di apertura di Hitchens e Blair, entrambe da sette minuti. Il video intero della serata può essere visto sul sito di Monk Debates, pagando 2.99$. BBC World News, visibile in Italia sul digitale terrestre, trasmetterà il dibattito il primo gennaio 2011. La trascrizione integrale è sul sito del New Statesman.

L’introduzione di Christopher Hitchens, contro la religione

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Christopher Hitchens

Grazie, signori e signore. Grazie alla famiglia Munk, grandi filantropi che hanno reso possibile tutto questo. Sette minuti, signori e signore, per parlare di un tema come questo tra religione e filosofia mi lasciano poco tempo per parlare bene del mio illustre avversario, infatti credo che per farlo approfitterò di un altro momento, più avanti.

Credo che dedicherò tre minuti e mezzo alla metafisica e tre minuti e mezzo al mondo reale: ho un testo, e siccome non prenderò in considerazione testi scritti da noti estremisti e fanatici religiosi, ho un testo del cardinale Newman: un uomo sulla via della canonizzazione, che Blair ha auspicato venga presto beatificato, la cui Apologia ha fatto pensare molti anglicani e addirittura ne ha fatti convertire molti al cattolicesimo. Un uomo considerato giustamente un grande pensatore cristiano. Leggo, allora, dall’Apologia.

“La Chiesa cattolica ritiene che sarebbe meglio che il sole e la luna cadessero dal cielo, che la terra venisse meno e che tutti i milioni di uomini che ci vivono morissero di fame… piuttosto che una sola anima, non dico vada perduta, ma commetta un solo peccato veniale”

Potreste dire che si tratta di un concetto formulato in modo splendido, ma per me qui abbiamo soprattutto un distillato esatto di tutto ciò che c’è di contorto e immorale nella mentalità religiosa. Il suo fanatismo innato, l’idea degli esseri umani come materia grezza, le sue fantasie sulla purezza. Credere nell’esistenza di un creatore e un piano presuppone che gli uomini sono oggetti di un crudele esperimento, nel quale siamo creati come esseri corrotti e ci viene ordinato di fare del bene. Lo ripeto: siamo creati come corrotti e poi ci viene ordinato di fare del bene. A fare da supervisore a questo processo c’è una dittatura celestiale, una specie di Corea del Nord del regno dei cieli. Ingorda, esigente, bramosa di acritico apprezzamento dall’alba al tramonto ma sempre pronta a punire il peccato originale del quale ci ha teneramente fatto dono.

Però nessuno dica che la cura non esiste: la salvezza ci viene offerta, la redenzione ci viene promessa, il tutto al prezzo di venire meno al proprio spirito critico. La religione – potremmo dire, dovremmo dire – fa affermazioni straordinarie, ma affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie: e invece la religione non fornisce nemmeno prove ordinarie per le sue rivendicazioni sovrannaturali. Quindi potremmo cominciare chiedendoci, e lo chiedo sia a voi che al mio avversario, è un bene per il mondo fare appello alla nostra credulità e non al nostro scetticismo? È un bene per il mondo venerare una divinità che prende parti nelle guerre e negli affari degli uomini? Aggrapparsi alle nostre paure e al nostro senso di colpa, al nostro terrore della morte, è un bene per il mondo? Farci sentire in colpa e farci vergognare per i nostri comportamenti sessuali, è un bene per il mondo?

E chiedetevi: tutte queste cose sono responsabilità della religione, come io sostengo? Terrorizzare i bambini con l’immagine dell’inferno e della dannazione eterna, non solo per loro ma per i loro genitori e per le persone cui vogliono bene. Peggio ancora, peggio di qualsiasi altra cosa, considerare le donne come creature inferiori: è un bene per il mondo? Potete dirmi il nome di una religione che non lo fa? Insistere sul fatto che siamo stati creati e non invece che ci siamo evoluti, a fronte di migliaia di prove. Dire che certi libri di miti e leggende, scritti da uomini primitivi, sono testi scritti da divinità.

La religione ha il potere di convincere persone buone a fare cose cattive, e fa dire cose stupide a persone intelligenti. Se prendete in braccio un neonato per la prima volta, la vostra prima reazione sarà pensare: bellissimo, praticamente perfetto, adesso per favore passatemi una pietra tagliente così da finire il lavoro del signore? No. Come ha detto il grande fisico Stephen Weinberg, nel nostro universo morale il buoni fanno il meglio che possono e i cattivi fanno il peggio che possono, ma se vuoi far fare cose brutte a persone buone, per quello ti serve la religione.

Mi rimangono un minuto e 57 secondi per dirvi che quello che credo è davvero auto-evidente, nel nostro mondo. Chiederò quindi una cosa a Tony: perché è qui, e anche perché il posto in cui sta cercando di mettere pace è il luogo di nascita del monoteismo, e quindi dovremmo pensare che sia un posto florido di pace e amore. Tutti nel mondo civilizzato sono d’accordo a grandi linee su una cosa, compresa la maggior parte degli arabi, degli ebrei e della comunità internazionale, e cioè che in quella terra c’è abbastanza spazio per due stati e per due popoli. Al di là dei dettagli, almeno su questo c’è vastissimo accordo. Perché non riusciamo a ottenerlo, noi, le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, il quartetto, l’OLP, il parlamento israeliano, perché? Perché i partiti di Dio hanno messo il veto su questa soluzione. Lo sanno tutti. Perché a causa delle promesse fatte loro da Dio riguardo quella terra, non ci saranno mai né pace né compromessi, e ci sarà invece miseria, vergogna e tirannia, e ogni popolo ucciderà i bambini dell’altro popolo per via di vecchi libri, caverne e reliquie. E qualcuno vuol sostenere che tutto questo è bene per il mondo?

E questo è solo l’esempio più facile. Vi siete accorti della possibilità di cui discutiamo come bambini terrorizzati, cioè di cosa succederebbe nel momento in cui dei fanatici metteranno le loro mani su un’arma apocalittica? Stiamo per scoprirlo, stiamo osservando l’Iran e i suoi alleati fare le prove generali. Vi siete accorti della rinascita dello zarismo in Russia, dove cresce un regime xenofobo, tirannico, espansionista e aggressivo? Vi siete accorti delle conseguenze che ha in Africa il fatto che la Chiesa dica che l’AIDS è sì una minaccia ma mai quanto il preservativo? Ecco, il mio tempo è finito, signori e signore. Ho fatto del mio meglio ma credetemi, ne ho ancora per molto.

L’introduzione di Tony Blair, a favore della religione

L’introduzione di Christopher Hitchens, contro la religione

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Tony Blair
Prima di tutto lasciate che vi dica che è un grande piacere essere qui con voi questa sera, essere di nuovo a Toronto. Ed è un privilegio e un onore particolare essere qui a dibattere con Christopher Hitchens. Per prima cosa vorrei dire che non considero il leader della Corea del Nord un’icona religiosa, immagino ne sarete sollevati. Userò i miei sette minuti per descrivere sette punti -sette è pure un numero biblico.

Il primo. È indubbiamente vero che le persone commettono azioni terribili in nome della religione. È anche indubbiamente vero che le persone fanno cose straordinariamente buone, in nome della religione. Organizzazioni religiose provvedono per la metà delle cure sanitarie in Africa, salvando milioni di vite. Un quarto delle cure contro l’HIV e l’AIDS sono fornite da organizzazioni cattoliche. C’è il mondo fantastico delle organizzazioni umanitarie ebree e islamiche. Ci sono qui in Canada migliaia di organizzazioni religiose che si prendono cura dei malati mentali, dei disabili, degli svantaggiati. E qui a Toronto, a due chilometri e mezzo da qui, c’è una casa famiglia diretta da religiosi che dà rifugio a giovani senza tetto. Quindi non si può sostenere che la religione è il male. Può essere distruttiva, ma può anche creare un pozzo profondo di compassione, come spesso fa.

Il secondo punto è che le persone sono ispirate a fare il bene da quello che io credo sia la vera essenza della fede, che al di là della dottrina e dei rituali accomuna tutte le fedi: servire e amare Dio servendo e amando tutti gli esseri umani. Come testimoniato dalla vita e dagli insegnamenti di Gesù Cristo, una vita di amore, altruismo e sacrificio. Com’è il significato della Torah. Il rabbino Hillel è famoso per aver sfidato una volta una persona che diceva che avrebbe convertito all’ebraismo chiunque fosse in grado di recitare l’intera Torah su una gamba sola. Lui si mise su una gamba sola e disse: «Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu. Questa è la Torah, il resto è commento: ora va’ e fallo». È il messaggio del profeta Maometto, che dice che salvare una vita è come salvare l’intera umanità. La ricerca degli indù sull’altruismo, il concetto buddista di Kuruni… tutti invitano a mettere in primo piano la cura per gli altri. Questo secondo me è il vero volto della fede. E i valori che derivano da questa essenza offrono a molte persone un ambiente più buono, positivo e progressista in cui vivere le loro vite. Stimolano il loro impulso a fare del bene, disciplinando la propensione a essere egoisti e cattivi.

Definire la fede in questo modo non vuol dire intenderla semplicemente come un sollievo nel momento del bisogno, per quanto può esserlo, e nemmeno una reliquia o una tradizione, meno ancora una superstizione o un surrogato della biologia. Si tratta invece di una risposta a una profonda domanda spirituale, qualcosa che sentiamo in modo istintivo. Questa è una presenza spirituale più grande, più importante, più significativa di noi, che ha i suoi poteri separati dai nostri poteri, e anche mentre le meraviglie del mondo si moltiplicano ci convince a inginocchiarci umilmente invece di essere spavaldi e orgogliosi.

Se la fede viene vista in questo modo, la religione e la scienza non sono incompatibili e destinate a combattersi fino a che la fredda ragione della scienza non farà estinguere le fiamme dei fanatici religiosi. Al contrario, la scienza coi insegna com’è e come funziona il nostro mondo, mentre la fede ci insegna come usare questa conoscenza, quali valori dovrebbero guidarci, ci indica quali dovrebbero essere i limiti della scienza e della tecnologia per rendere le nostre vite non solo materialmente ma anche spiritualmente più ricche.

Immaginiamo allora un mondo senza fede religiosa: non solo senza luoghi di culto, proprio senza preghiere né scritture né uomini e donne che a causa della loro fede dedicano le loro vite agli altri, mostrando una capacità di perdonare che altrimenti non avrebbero, credendo grazie alla loro fede che anche i più deboli hanno dei dritti, e loro hanno il dovere di difenderli.

Sì, sono d’accordo, in un mondo senza religione, i fanatici religiosi non esisterebbero. Ma vi chiedo: non esisterebbe più anche il fanatismo? In realtà, l’idea di un mondo senza religione non è affatto nuova. Il ventesimo secolo è stato un secolo sfregiato da visioni che avevano esattamente quest’idea al loro cuore, e ci ha dato Hitler, Stalin e Pol Pot. Nella loro idea, l’obbedienza a Dio era una cosa debole, mentre la volontà degli uomini avrebbe dovuto avere il dominio totale.

Io non nego nemmeno per un momento che la religione può fare male al mondo, ma sostengo invece che dove accade, è per via di una perversione della fede. E sostengo che la religione può fare molto bene al mondo, e dove accade è per via di quella che è la vera essenza della fede. Per questo dico che un mondo senza fedi religiose sarebbe spiritualmente, moralmente ed emozionalmente più povero.

So benissimo che tutti voi e Christopher potete fare molti esempi di persone che hanno usato la religione per fare cose terribili, e hanno reso il mondo un posto peggiore. Ma vi chiedo di non giudicare col metro di quelle persone, tutte le persone che hanno una fede religiosa, così come non giudicate la politica col metro dei cattivi politici, o i giornalisti col metro dei cattivi giornalisti. La domanda è: insieme a tutte le cose che non vanno e che hanno che fare con la religione, c’è anche qualcosa nella religione che aiuta il mondo e le persone migliori? Io dico di sì. Grazie.