La perpetuazione dello stallo

Michele Ainis sulla Stampa descrive l'incubo della politica in stallo permanente, e senza vie d'uscita

Proviamo a figurarci un’esperienza surreale, come quelle che talvolta capita d’attraversare in sogno, specie dopo una cattiva digestione. Proviamo a immaginare un mondo immobile: nessun aereo in volo, i treni fermi alle stazioni, un lungo corteo d’autovetture inchiodate sull’asfalto. Proviamo infine a declinare questa stessa condizione nei palazzi del potere. Lì c’è un partito al contempo dentro e fuori la maggioranza di governo: vota regolarmente la fiducia verso l’esecutivo, però non vota i suoi provvedimenti. Sicché zero leggi, zero decisioni, zero riforme economiche e sociali.

A propria volta il premier inarca un sopracciglio, ma tira dritto come se nulla fosse. Allora quel partito ritira i suoi ministri dal governo, con l’intenzione di farlo cascare giù per terra. Invece il premier si rialza, rimpiazza i dimissionari con qualche faccia nuova, inarca il secondo sopracciglio, ma infine resta incollato alla poltrona. L’opposizione avrebbe l’opportunità di tirargli uno sgambetto, presentando una mozione di sfiducia in Parlamento.

Opportunità sulla quale tuttavia esita per mesi, un po’ perché i suoi leader sono altrettanti cacadubbi, un po’ perché temono che alla prova del nove il partito bicefalo si schiererà dall’altra parte. Sotto sotto sperano che li cavi dall’impaccio il capo dello Stato, ma lui è a sua volta ostaggio di questa situazione: mica può dimettere d’autorità il governo, non ha i poteri di Carlo Alberto di Savoia. Nel frattempo il governo c’è ma non si vede, la maggioranza si vede ma non c’è, l’opposizione non c’è e non si vede, e così via per tutti i secoli a venire.

(continua a leggere sul sito della Stampa)