Niente sarà più come prima

Non è una crisi, è un'agonia di governo: oggi Bossi va da Fini, per niente

© Mauro Scrobogna / LaPresse
20-06-2007 Roma
Politica
CdL - Conferenza stampa dopo colloquio con il Presidente della Repubblica su situazione politica nazionale
Nella foto Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi
© Mauro Scrobogna / LaPresse 20-06-2007 Roma Politica CdL - Conferenza stampa dopo colloquio con il Presidente della Repubblica su situazione politica nazionale Nella foto Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi

“Ognuno deve far la propria parte nella commedia”, è il modo in cui la mette il Corriere della Sera nell’articolo di Francesco Verderami che spiega la giornata politica di oggi. E questo già basta a confermare la radicata impressione di tempo sprecato che la maggioranza sta dando non solo in questi giorni ma in questi mesi. Il Governo è ostaggio della sua agonia indotta dal lentissimo distacco dei finiani, e nuovi cicli che si sarebbero potuti avviare settimane e settimane fa sono ancora oggi sotto il microscopio degli sfiniti cronisti-entomologi, per non parlare dello sfinimento del resto del Paese.

Allora, in tutto questo Berlusconi è andato in Corea del Sud, al G20. Per dire. Ha lasciato le cose in mano a Bossi, con una formula io-non-so-più-cosa-fare-se-vuoi-provare-tu-mentre-non-ci-sono. Bossi, reduce dal Veneto dove si era presentato con un’estesa compagine leghista (suo figlio Renzo e il governatore del Piemonte Cota, tra gli altri), oggi vedrà alla Camera il presidente Gianfranco Fini. Anche oggi spalleggiato, da Maroni e Calderoli (non si sa se Fini sarà solo o accompagnato).

A quanto scrive Verderami la Lega potrebbe offrire la disponibilità all’ingresso dell’UDC nel governo, con molte condizioni. Fini allora rifiuterà, perché «è tutta tattica», avrebbe detto lui stesso, e rilancerà sulla crisi di governo, contestando le politiche di Tremonti e il lodo Alfano. E alla fine non ne uscirà niente, perché è tutta “fuffa”, come avrebbe detto Francesco Rutelli in una sua finalmente azzeccata analisi politica.

Quindi Fini aspetterà che Berlusconi torni a casa, ritirerà i suoi ministri (uno, più un viceministro e due sottosegretari), e Berlusconi proverà a rimpiazzarli e a tirare avanti fino al primo incidente che farà attivamente cadere il governo. Con un tonfo, piuttosto che per reciproco consenso. E intanto se ne vanno le giornate.