Giornali e procure, altro giro

Un finanziere è accusato di aver passato a un giornalista di Panorama informazioni sui redditi di vari personaggi pubblici

Questa mattina la Guardia di Finanza di Pavia ha posto agli arresti domiciliari un appuntato, Fabio Diana, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Milano. Lo comunica il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pavia. L’accusa riguarda “una serie di accessi abusivi alle banche dati in uso al Corpo, che configura la violazione dell’articolo 615 ter del codice penale, reato per cui è competente la Procura della Repubblica di Milano”. Fabio Diana è accusato di aver eseguito – tra il gennaio 2008 e l’ottobre 2009, e non per motivi di servizio – “numerose interrogazioni a terminale, passando poi le informazioni riservate a terze persone”.

Nel dettaglio, Diana è accusato di aver avuto accesso agli archivi e aver girato le informazioni sui redditi a un giornalista di Panorama, Giacomo Amadori. Amadori è il giornalista di cui si è parlato la settimana scorsa per via delle minacce che aveva ricevuto da Rinaldo Arpisella, portavoce di Emma Marcegaglia, durante un suo lavoro di inchiesta riguardo l’azienda di famiglia della presidente di Confindustria. Stando a quanto dicono le agenzie di stampa, l’appuntato della Guardia di Finanza avrebbe girato ad Amadori informazioni sui redditi di Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Gioacchino Genchi e Patrizia D’Addario, tutti noti oppositori del premier. Poi anche vari membri della famiglia Agnelli e il giudice Raimondo Mesiano, quello responsabile della sentenza di risarcimento da parte della Fininvest alla Cir di De Benedetti e oggetto di un bizzarro pedinamento televisivo su Canale 5.

“Nel corso delle indagini”, scrive Repubblica, “gli inquirenti hanno quindi verificato la scansione temporale degli accessi ai sistemi di Diani e degli articoli di Amadori. Rilevando una corrispondenza tra alcuni scritti del giornalista pubblicati da Panorama e le violazioni delle banche dati effettuate dal finanziere arrestato”. Gli articoli in questione contenevano i dati sulle dichiarazioni dei redditi dei personaggi. Il reato non sarebbe quindi la loro diffusione – si tratta di dati pubblici – bensì l’accesso alle banche dati non motivato dal proprio servizio.

Se i ripetuti accessi illeciti alle banche dati dovessero essere verificati, Fabio Diana rischierebbe una condanna dai tre agli otto anni di reclusione. È stato emesso un avviso di garanzia anche ai danni di Giacomo Amadori: gli si contesta l’aver richiesto all’appuntato dei dati reddituali e catastali che ha poi utilizzato nei suoi articoli. Il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, ha detto che “Amadori ha fatto straordinariamente il suo lavoro” e che “non si trattava di informazioni segrete ma di dati relativi ai redditi di personaggi pubblici. Amadori li ha usati per fare delle verifiche e poi ha pubblicato tutto, con la massima trasparenza”.