Umberto Veronesi guiderà l’Agenzia per il Nucleare
Il professore ha dato l'annuncio questa mattina, «chi ha studiato sa che è privo di rischi»
Umberto Veronesi ha sciolto le riserve e questa mattina ha annunciato che dirigerà l’Agenzia per la Sicurezza del nucleare in Italia. «Mi è stata richiesta la disponibilità e ho accettato volentieri», ha detto intervenendo al telefono durante la trasmissione televisiva Mattino 5 «potrei svolgere un lavoro come esperto in protezione ambientale». Poi ha aggiunto che per far partire il nucleare in Italia serviranno almeno quattro anni e ha confermato che non crede ci sia da preoccuparsi sui suoi rischi: «Chi ha studiato sa benissimo che il disastro di Chernobyl è stato provocato dalla follia di un direttore che ha voluto fare un esperimento. E per farlo ha tolto almeno 12 livelli di sicurezza. È stata una follia umana che non si ripeterà. Sono sicuro che non c’è alcun rischio», ha detto.
L’annuncio di Veronesi è stato accolto con soddisfazione dai ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che hanno ribadito la «larga condivisione del governo sulla sua candidatura». Per la nomina ufficiale ora si attende solo il decreto della Presidenza del Consiglio. Sul fronte dell’opposizione invece la scelta di Veronesi crea qualche fastidio al PD, contrario al nucleare ma nelle cui file Veronesi è stato eletto al Senato. Quando si era iniziato a parlare della sua nomina, lo stesso Veronesi aveva detto in un’intervista che nel caso in cui avesse accettato avrebbe dato le dimissioni dall’incarico parlamentare.
Lo scorso 27 luglio la giornalista Milena Gabanelli era intervenuta sulla nomina a Veronesi con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera e aveva severamente stroncato la candidatura del professore per motivi di opportunità, età, esperienza e competenza.
Caro direttore, premetto che non ho interesse per le preferenze politiche del Prof. Veronesi; è un oncologo di fama e mi aspetto che faccia tutto quello che può per curare il cancro. Da un paio d’anni è anche senatore, carica che ha accettato a patto che non gli porti via tempo per i suoi pazienti. Intento nobile verso i pazienti, meno verso i cittadini che, pagando un lauto stipendio ai senatori, si aspettano che dedichino le loro energie alla gestione politica del Paese. Ora è stato proposto il suo nome come Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare, nomina che accetterebbe volentieri, di nuovo a condizione che non sottragga tempo ai suoi pazienti. Ovvero, bisognerebbe adattare le necessità di un’agenzia così delicata e fondamentale agli impegni del candidato presidente. Intanto venerdì scorso in Senato è stato approvato un decreto che gli consentirebbe, se volesse, di andare in deroga alla legge che vieta a chi ha incarichi politici di presiedere un’authority.
Riguardo invece alla sua competenza in materia, scrive: «Sono un appassionato di fisica, non a caso ho ricevuto la laurea honoris causa». Nuclearista convinto, cita la Francia come modello di qualità di vita per noi italiani. Partendo dal presupposto che l’agenzia non sia un bluff ma qualcosa di straordinariamente serio, non è affatto rassicurante l’idea che venga diretta (nei ritagli di tempo) per 7 anni, da un uomo che oggi ne ha 85, anche se è il più bravo oncologo del pianeta. Presiedere l’agenzia per il nucleare vuol dire affrontare problemi di carattere tecnico, elaborare i regolamenti insieme ai commissari, dare il parere sui progetti, verificare il rispetto delle regole e prescrizioni a cui sono sottomesse le installazioni. Un lavoro certamente a tempo pieno, meglio se subordinato a una competenza specifica, più che a una passione. Siccome il Prof. Veronesi cita il modello francese, saprà che la loro agenzia (ASN) è diretta da Jean Christophe Niel, 49 anni (laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti, ed è stato per anni capo del dipartimento per la sicurezza dei materiali radioattivi). Il presidente è Andrè-Claude Lacoste, 69 anni, ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore sicurezza nucleare.
Il Prof. Veronesi ha poi espresso un’opinione sul fattore rischio («oggi calcolato quasi vicino allo zero»), che sembra non tener conto dei cosiddetti piccoli incidenti quotidiani, riportati da tutte le Agenzie, che si verificano proprio in Francia; per non parlare delle basse emissioni permanenti degli impianti, come dimostra lo studio del Prof. Hoffman ordinato dalla Cancelliera Merkel. Parlare invece di nucleare come «l’alternativa più valida al petrolio» è solo suggestivo, poiché il petrolio serve soprattutto a far muovere le macchine e solo in minima parte ad alimentare le centrali elettriche. Infatti in Francia, Paese più nuclearizzato d’Europa, il consumo procapite di petrolio è più alto rispetto a quello italiano. Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose.