La giornata che ci aspetta

Le cose da sapere in vista del discorso di Berlusconi e del voto di fiducia alla Camera

Forse – abbiamo detto forse – oggi finirà il limbo in cui la politica italiana si è infilata alla fine di luglio, quando la scissione del PdL ha di fatto interrotto qualsiasi attività di governo e imposto al parlamento e al Paese due mesi di vuoto pneumatico. Ora siamo all’atteso passaggio parlamentare chiamato a rimettere in pista il governo, diciamo, e diventato il crocevia della legislatura: e ci terrà impegnati tutta la giornata, quindi è bene sapere cosa ci aspetta.

Di cosa parliamo
ll presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, chiederà oggi la fiducia della Camera dei deputati su un discorso programmatico, incentrato sugli ormai noti “cinque punti”. Il tagliando si è reso necessario a causa dell’uscita dei finiani dal PdL, inizialmente allo scopo di assestare e definire l’alleanza e i rapporti col nuovo soggetto politico. Poi è diventato un test sull’autosufficienza di PdL e Lega e sulla loro capacità di avere la maggioranza in parlamento anche senza il sostegno dei finiani, così da disinnescarli.

Quando
Alle 10 si riunisce il governo. Alle 11 Berlusconi arriverà a Montecitorio, dove terrà il discorso programmatico di cui sopra. Seguirà dibattito in aula. Alle 16,30 Berlusconi prenderà nuovamente la parola per la sua replica, alla quale seguiranno le dichiarazioni di voto. Al termine, intorno alle 19, si terrà il voto di fiducia: voto palese, chiamata nominale. Le ultime due fasi saranno trasmette in diretta dalla RAI, tutto il resto sarà visibile sul canale televisivo della Camera dei deputati. Anche RaiNews24 e Sky seguiranno i lavori.

I numeri
Al governo servono 316 voti. Si può essere certi di quelli del PdL, 236, della Lega, 59, di Io Sud, 5, più Nucara e Pionati. In tutto sono 302. Poi ci sono cinque deputati UdC – i cosiddetti “scissionisti siciliani”, fedeli a Cuffaro – che ieri sono passati al gruppo misto e hanno annunciato la costituzione dei “Popolari per l’Italia di domani”. Insieme a loro anche due ex esponenti di Alleanza per l’Italia, Massimo Calearo e Bruno Cesario. È probabile che votino la fiducia al governo, facendo arrivare la conta a 309. Rimangono due gruppi ancora indecisi: i tre liberaldemocratici, che secondo i giornali avrebbero fatto marcia indietro negli ultimi giorni, e i quattro del Movimento per l’Autonomia, che in occasione del voto parlamentare su Caliendo si astennero come fecero i finiani. Se il governo fosse sostenuto da tutti questi, avrebbe la maggioranza senza i finiani.

Cosa faranno i finiani
Gli iscritti al gruppo di Futuro e Libertà sono in trentacinque ma contano come trentaquattro, perché il presidente della Camera per prassi non vota. La cosa più probabile è che alla fine votino la fiducia al governo, a meno di stravolgimenti nel discorso programmatico del premier. La conseguenza paradossale è che la crisi di questi mesi avrebbe consegnato così al premier una maggioranza ancora più larga e numerosa di quanto non fosse prima. Allo stesso tempo, però, non si tratta di una coalizione solidissima: il livello di litigiosità e frammentazione arriva a quello dell’Unione.

Auguri
Oggi è il compleanno di Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani.