La Svezia contro l’estrema destra
In migliaia hanno manifestato a Stoccolma e Göteborg contro la politica razzista dei Democratici Svedesi
Nel tardo pomeriggio di ieri circa 6 mila persone sono scese nelle strade di Stoccolma per riunirsi e protestare contro la politica razzista del partito ultranazionalista e xenofobo dei Democratici Svedesi (SD), che alle elezioni di domenica ha guadagnato il 5,7 per cento dei voti ottenendo 20 seggi in parlamento e impedendo alla coalizione di centrodestra di raggiungere la maggioranza assoluta: tutti i partiti avevano infatti escluso di potersi alleare con lo SD. Un’altra manifestazione spontanea si è svolta a Göteborg, la seconda città della Svezia, a cui hanno preso parte un migliaio di persone.
«È molto importante mostrare che la grande maggioranza della popolazione svedese è contro gli estremisti di destra come i Democratici Svedesi» ha detto Per Branevig, uno dei manifestanti di ieri a Stoccolma. «È stato uno shock che abbiano preso così tanti voti.»
La manifestazione è stata organizzata spontaneamente da una ragazza di diciassette anni che, colpita dall risultato delle elezioni (in realtà ampiamente previsto alla vigilia), ha fatto partire l’idea su Facebook. Le persone gridavano in coro “No ai razzisti in parlamento” e portavano cartelli con le scritte “9.043.222 di svedesi non hanno votato per i Democratici Svedesi” e “Il 94.3 per cento delle persone non è razzista”.
Anche su internet è arrivato un attacco ai Democratici e ai suoi sostenitori. È stato pubblicato online l’elenco di oltre 5 mila membri iscritti al partito, nella forma di un motore di ricerca che permette ai visitatori di “Fare conoscenza con il Democratico Svedese del tuo quartiere”, con la possibilità di cercare per città, indirizzo e addirittura numero di telefono. Il sito dello SD aveva subito un attacco hacker proprio il weekend delle elezioni.
Il portavoce dei Democratici, Eric Almqvist, ha dichiarato che si tratta di un vecchio database e ha già annunciato una denuncia alla polizia.
«Non ci sono informazioni particolarmente sensibili, ma sappiamo che il livello delle minacce che arrivano ai membri del nostro partito è significativo», ha aggiunto.
Il sito su cui è stata pubblicata la lista è registrato a nome di Gottfried Svartholm Varg, uno dei fondatori del sito di file sharing The Pirate Bay e del servizio di hosting PRQ che ospita anche i server di Wikileaks (alle elezioni di domenica ha registrato intanto una totale delusione il “Partito Pirata”, protagonista di un notevole successo alle scorse Europee). Non è ancora chiaro se Svartholm Varg sia effettivamente coinvolto nell’operazione, e la vicenda è complicata dal fatto che Mikael Viborg, che lavora per la PRQ, in passato è stato consulente legale proprio dei Democratici.