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  • Domenica 19 settembre 2010

L’attentato al Papa che non lo era

I sei erano stati arrestati venerdì perché sospettati di aver preparato un piano per assassinare Benedetto XVI

Pope Benedict XVI leaves after departing St Peter's Residence in London Saturday Sept 18, 2010. The pope is on a four-day visit to England and Scotland. (AP Photo / Chris Radburn, Pool)
Pope Benedict XVI leaves after departing St Peter's Residence in London Saturday Sept 18, 2010. The pope is on a four-day visit to England and Scotland. (AP Photo / Chris Radburn, Pool)

Scotland Yard ha annunciato di aver rilasciato senza accuse i sei uomini arrestati venerdì perché sospettati di ordire un attentato contro papa Benedetto XVI in occasione della sua visita in Inghilterra, scrive BBC. Fonti interne alla polizia hanno dichiarato che i sei «non sono una minaccia fondata».

I sei — di cui cinque stranieri, a prevalenza algerina — hanno tra i 26 e i 50 anni e sono netturbini dell’area di Westminster. Erano stati arrestati dopo che qualcuno li aveva sentiti per caso parlare di un attentato, ma la Metropolitan Police ha comunicato di avere perquisito otto case, due sedi di aziende e il magazzino della loro impresa di pulizie a Londra e di non aver trovato nulla che lasciasse pensare al piano per un possibile attentato. Basandosi sulle dichiarazioni di una fonte interna all’impresa di pulizie per cui lavoravano, il Sunday Mirror ha ipotizzato che la conversazione tra i sei uomini fosse semplicemente uno scherzo.

I netturbini — tutti del Nord Africa — stavano bevendo tè quando hanno iniziato a parlare di quanto sarebbe facile uccidere il pontefice.

Uno degli uomini ha detto: «La macchina del Papa ha i vetri antiproiettile, sarebbe difficile ucciderlo, vero?»

Un altro ha risposto: «Sì, ma scommetto che un lanciarazzi potrebbe distruggerli senza problemi.»

Il gruppo ha riso prima di cambiare argomento ma un collega dell’impresa di pulizie Veolia ­Environmental Services si è preoccupato e ha chiamato la polizia. Una fonte della polizia ha dichiarato che «Quando abbiamo ricevuto l’informazione abbiamo deciso di prendere in custodia gli uomini e capire se fosse davvero una minaccia terroristica. È qualcosa su cui non potevamo rischiare, abbiamo il Papa nel nostro paese e i sei uomini avevano accesso al suo percorso. Se qualcuno su un aereo scherza sul fatto di avere una bomba le autorità possono prenderlo sul serio, e questa era una situazione simile.

La polizia ha comunicato che il livello d’allarme per la visita del Papa è ancora severe (serio), la possibilità di un attentato terroristico è ancora quindi considerata “molto probabile”.