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  • Domenica 5 settembre 2010

La governatrice dell’Arizona si ritira dai dibattiti

La decisione arriva dopo la disastrosa prestazione della settimana scorsa, e nell'annunciarla Brewer combina un altro casino

Jan Brewer, la governatrice repubblicana dell’Arizona che si giocherà la rielezione alle prossime elezioni di novembre, ha annunciato che non parteciperà più ai dibattiti con il suo avversario democratico, Terry Goddard.

La decisione arriva a pochi giorni dal primo – e a questo punto unico – dibattito, che l’ha vista più volte in difficoltà: fin dalla dichiarazione iniziale Brewer si è impappinata, ha passato diversi secondi in silenzio e non è riuscita ad articolare un discorso compiuto. Situazione ripetutasi nel corso della serata e anche al termine del dibattito, quando in seguito alla domanda di un giornalista Brewer ha lasciato frettolosamente la sala senza rispondere.

Nell’annunciare il ritiro dai dibattiti, Brewer è riuscita a combinare un altro disastro. La governatrice uscente, infatti, ha motivato la decisione dicendo che fin dall’inizio non aveva intenzione di sottoporsi ai dibattiti, non volendo legittimare il proprio avversario, è che la partecipazione a quello della settimana scorsa le serviva solo a ottenere il finanziamento pubblico garantito dallo Stato ai candidati ad alte cariche, pari a 1.7 milioni di dollari. Un bell’autogol per una repubblicana di ferro che predica le spese eccessive del governo e la sua interferenza nelle questioni locali. Inoltre, Brewer ha ammesso di avere esagerato quando parlava di “decapitazioni in Arizona”, dando la colpa agli immigrati clandestini.

In Italia siamo abituati a vedere i candidati in vantaggio sottrarsi ai dibattiti televisivi, nel timore di concedere agli avversari occasioni di visibilità per recuperare consensi e credibilità. Negli Stati Uniti la cosa è molto meno frequente, ed è normale che i candidati a una carica di governo siano impegnati in diversi dibattiti televisivi prima delle elezioni.

Jan Brewer è nota soprattutto per aver firmato e promosso la discussa legge sull’immigrazione dell’Arizona, la più repressiva di tutti gli Stati Uniti. Fino alla settimana scorsa i sondaggi la davano in grande vantaggio, ma non è ancora chiaro come l’elettorato dell’Arizona abbia reagito ai fatti degli ultimi giorni.

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