• Mondo
  • Giovedì 26 agosto 2010

Un assistente di Karzai sul libro paga della CIA

La notizia mette in imbarazzo l'amministrazione Obama, minandone la credibilità nella lotta alla corruzione in Afghanistan

Afghan President Hamid Karzai, whispers with the U.S. Sen. John Kerry, D-Mass during a press conference, in Kabul, Afghanistan on Tuesday, Oct. 20, 2009. Afghanistan's election commission today ordered a Nov. 7 runoff in the disputed presidential poll after a fraud investigation dropped incumbent Hamid Karzai's votes below 50 percent of the total. Karzai accepted the finding and agreed to a second round vote. (AP Photo/Musadeq Sadeq)
Afghan President Hamid Karzai, whispers with the U.S. Sen. John Kerry, D-Mass during a press conference, in Kabul, Afghanistan on Tuesday, Oct. 20, 2009. Afghanistan's election commission today ordered a Nov. 7 runoff in the disputed presidential poll after a fraud investigation dropped incumbent Hamid Karzai's votes below 50 percent of the total. Karzai accepted the finding and agreed to a second round vote. (AP Photo/Musadeq Sadeq)

Mohammed Zia Salehi, un dirigente del Consiglio della Sicurezza Nazionale afgano, è da anni sul libro paga del servizio di intelligence americano. L’organo di cui Salehi è responsabile si occupa di vagliare e consigliare il presidente Hamid Karzai su questioni di sicurezza nazionale e di politica estera, ma non è ancora chiaro quale fosse l’opera di Salehi a essere retribuita dalla CIA, se il passaggio di informazioni secretate o indicazioni sulle opinioni prevalenti all’interno del palazzo presidenziale.

La notizia è riportata dal New York Times e mette in particolare imbarazzo Barack Obama che ha più volte chiesto a Karzai di eliminare la corruzione dalla propria azione governativa, ma ora si ritrova a dover giustificare un sussidio segreto a un membro dello stesso governo. Questo legame solleva perplessità sulla stessa strategia da utilizzare, dato che una rilevante fetta di esperti all’interno dell’amministrazione Obama considera controproducente combattere la corruzione in Afghanistan, perché questo alienerebbe a Karzai le amicizie di alcuni funzionari fondamentali nella lotta al terrorismo.

Salehi era stato arrestato a giugno e poi liberato poco dopo per intervento dello stesso Karzai: è improbabile che sia stata la CIA a fare pressioni per la sua liberazione, che è quasi certamente dovuta al potere di ricatto espresso da Salehi, oramai a conoscenza di tutto il giro di corruzione interno all’amministrazione Karzai. L’arresto era avvenuto dopo che alcune intercettazioni ambientali lo avevano colto in flagranza mentre otteneva la promessa di un’automobile in cambio dell’interruzione di un’indagine per contrabbando, voluta dagli americani.

Né la CIA né il governo Karzai si sono espressi sulla questione, ma la settimana scorsa John Kerry – l’ex-candidato democratico alla presidenza – era volato in Afghanistan proprio per discutere con il presidente afgano dell’affare Salehi. Alla fine dei colloqui Kerry era parso preoccupato dei legami che Salehi intratteneva con gli americani, per quanto nessun riferimento alla CIA fosse stato fatto. Kerry aveva aggiunto di aver cercato di convincere Karzai a lasciare operare le unità che lottano contro la corruzione, anche per quanto riguarda il caso Salehi.

Mohammed Zia Salehi è noto per essersi più volte riciclato politicamente in questi 31 anni di guerra in Afghanistan: prima dell’intervento americano era stato l’interprete di Abdul Rashid Dostum, uno dei più efferati signori della guerra afgani, e tutt’ora ha rapporti con alcuni degli uomini più importanti all’interno del governo afgano, fra cui l’ex vicecapo del servizio segreto. Non è la prima volta che personalità così vicine a Karzai sono accusate di intrattenere rapporti con la CIA, ma in questo caso le voci sono state confermate sia da funzionari afgani che americani. Recentemente anche il fratellastro del presidente, Ahmed Wali Karzai, è stato sospettato di avere legami con i servizi segreti americani, relazione fermamente negata dall’uomo.