• Mondo
  • Venerdì 20 agosto 2010

Che fantastico decennio

Lasciate perdere i luoghi comuni: viviamo nell'epoca migliore che il mondo abbia mai conosciuto

Si stava meglio quando si stava peggio. Dove andremo a finire. Il pianeta è in pericolo. C’è un pensiero molto diffuso che ha una grande varietà di formulazioni e accenti – quello rassegnato, quello preoccupato, quello qualunquista, quello incavolato, eccetera – ma un unico semplice significato: le cose vanno sempre peggio. Il mondo va peggio. C’è più tristezza, c’è più sofferenza, ci sono più ingiustizie, più soprusi, più persone che stanno male, più problemi. Il mondo va peggio.

D’altra parte basta pensare un attimo alle cose successe negli ultimi dieci anni, cominciati con gli attentati dell’11 settembre e conclusi con la peggiore crisi economica da quella del 1929. In mezzo lo tsunami nel sud-est asiatico, il terremoto a Haiti, le epidemie di SARS e influenza A, l’uragano Katrina, le incredibili violenze in Sudan e in Congo. Per non parlare delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Il mondo va sempre peggio. Dove andremo a finire.

In realtà le cose non sono esattamente così. Qualche tempo fa il New Scientist, una delle più prestigiose e autorevoli riviste di divulgazione scientifica al mondo, aveva cercato di mettere ordine in questo dibattito analizzando un certo numero di problemi del mondo – dalla malnutrizione all’inquinamento, dalla mortalità infantile al reddito medio – e mettendo a confronto i dati del 1990 con quelli attuali. La conclusione era incontrovertibile: in realtà il mondo va sempre meglio. Prendendo in considerazione i dati degli anni Sessanta o Settanta, il quadro sarebbe ancora più eloquente. Molti problemi sono stati risolti, altri rimangono ma con un impatto di gran lunga inferiore rispetto al passato. Stiamo andando a finire molto bene, insomma.

Un simile ragionamento è fatto oggi da Charles Kenny su Foreign Policy, che spiega perché gli ultimi dieci anni sono stati i migliori di sempre per la gran parte dei sei miliardi di abitanti del pianeta. Mai così tante persone hanno vissuto così bene, così a lungo, così in pace.

Reddito
Nel 1990 la metà della popolazione mondiale viveva con meno di un dollaro al giorno, nel 2007 questa condizione riguarda il 28 per cento della popolazione, nel 2010 sarà ancora più basso. Il reddito medio mondiale non è mai stato così alto: un miliardo e trecento mila persone oggi vive con più di dieci dollari al giorno: la classe media mondiale continua a espandersi. Sono i ricchi che diventano più ricchi, direte voi, invece no: i tassi di crescita più alti del mondo si riscontrano nei paesi del’Africa subsahariana.

Fame
Ci sono ancora un miliardo di persone che soffrono la fame, ma il prezzo dei cereali oggi è incomparabilmente più basso rispetto a quello degli anni Sessanta e Settanta. Nel 1970 il 34 per cento della popolazione era considerato “malnutrito”: nel 2008 era considerato “malnutrito” il 17 per cento. La produzione agricola continua a salire, dal 2000 al 2008 a un tasso due volte superiore a quello con cui cresce la popolazione. Insomma: centinaia di milioni di persone mangiano di più e meglio rispetto al passato.

Salute
La diffusione dei vaccini ha fatto sì che dal 1999 al 2005 il numero dei bambini morti di morbillo è crollato del 60 per cento. Nel 1985 solo la metà dei bambini in tutto il mondo riceveva vaccini contro difterite, pertosse e tetano: oggi sono l’82 per cento. Un altro capitolo aperto è l’AIDS. Ma se prendiamo in considerazione i quindici paesi con la più alta presenza di sieropositivi, il trend si è invertito e l’aspettativa di vita dei malati è cominciata a crescere. Più in generale, dal 2000 al 2008 la mortalità infantile si è ridotta del 17 per cento.

Alfabetizzazione
Oltre quattro quinti della popolazione mondiale oggi sa leggere e scrivere, tra questi i due terzi degli abitanti dell’Africa. Soprattutto per quel che riguarda le donne, la crescita nella scolarizzazione è stata verticale.

Guerra
Le guerre degli ultimi dieci anni non sono niente se paragonate a quelle degli ultimi decenni e secoli. Il numero delle persone morte in guerra è sceso del 40 per cento dal 2000 al 2008. Nell’Africa subsahariana 40 mila persone morirono in guerra nel 2000. Nel 2008 furono sei mila. Oggi nel mondo si spende per operazioni belliche la metà del denaro che si spendeva nel 1990. In Europa il budget militare è sceso dai 585 miliardi di euro del 1988 agli attuali 333 miliardi.

Ambiente
La prima seria crisi ambientale, quelle del buco dell’ozono e dei clorofluorocarburi, è stata praticamente risolto: il buco nell’ozono si richiude, diciamo, ogni anno che passa. La lotta che stiamo combattendo adesso è quella al riscaldamento globale, e il G8 due anni fa si è impegnato a dimezzare le emissioni da qui al 2050. Rimangono le macchine sempre meno inquinanti in giro per le città, la diffusione planetaria della raccolta differenziata.

Tecnologia
Molti dei passi avanti fatti in relazione all’ambiente ha a che fare con la tecnologia, i cui miglioramenti hanno avuto conseguenze benefiche e proficue. Oggi nel mondo ci sono quattro miliardi di persone che possiedono un cellulare: all’inizio del decennio erano 750 milioni. E toglietevi dalla faccia quel sorrisino: i cellulari servono. In Africa sono indispensabili per comunicare in zone remote, nei paesi non democratici aiutano i movimenti per i diritti umani, diffondono l’alfabetizzazione e l’informazione, sostengono il commercio e l’economia. C’è poi una conseguenza a cui si pensa poco: l’innovazione tecnologica ha permesso alla fascia più privilegiata della popolazione di sapere e di assistere a quello che accade nei posti messi peggio. A vedere, a essere testimone, e quindi a essere più motivata ad agire.

Altro che si stava meglio quando si stava peggio o dove andremo a finire. Siamo fortunati: non avremmo potuto vivere in un’epoca migliore. Dimenticate Berlusconi.