• Media
  • Mercoledì 18 agosto 2010

Che cosa legge Chris Anderson

Il direttore dell'edizione americana Wired racconta sull'Atlantic che cosa legge ogni giorno

Atlantic Wire sta portando avanti da qualche mese Media diet, una rubrica in cui viene chiesto alle “persone che sembrano ben informate” cosa leggono durante una giornata. Avevamo già segnalato il pezzo su Clay Shirky, uno dei più stimati esperti della Rete. Oggi è il turno di Chris Anderson, direttore dell’edizione americana di Wired e autore dei due libri La coda lunga e Gratis. Considerato come Shirky uno dei più grandi pensatori sulle nuove tecnologie, recentemente Anderson ha ricevuto però diverse critiche, anche per via di articoli come quello sull’ultimo provocatorio numero di Wired, Il web è morto. In ogni caso, è senza dubbio interessante capire come si muove online uno che probabilmente conosce internet come le proprie tasche.

In linea con l’articolo sulla morte della rete di cui dicevamo, Anderson afferma di non avere preferiti e di non andare quasi mai sui siti — a parte i suoi, Wired, DIY Drones e BookTour.com — ma di usare quasi esclusivamente i lettori di feed, Twitter e le mail. La prima cosa che fa la mattina è aprire Google Reader e leggere i feed, che sono sistemati in ordine di importanza e divisi in tre categorie: economia (incentrata sulle imprese, non sulle borse), media e robotica. I suoi feed di economia: Silicon Valley Insider, il blog Wired Epicenter, Fastcompany.com.

Poi, non ne sono fiero, ma controllo Gawker ogni mattina. Coprono molto bene il campo dei media. Mi piacerebbe dire di avere un rapporto d’amore e odio con Gawker, ma in verità ho un totale e assoluto rispetto per quello che ha fatto Nick Denton. Anche quando attaccano me, il che non è raro, lo fanno in maniera corretta. Giù il cappello.

Poi arrivano i feed di robotica, utili per segnalare qualcosa alla sua community di DIY Drones: Makezine, Boing Boing, BotJunkie e O’Reilly Radar.

Questo è tutto quello che c’è tra quando il bambino si sveglia alle sei e mezza e la mia doccia. È quello che ho bisogno di sapere per affrontare la giornata.

Anderson dice poi di non avere molto tempo per stare su internet durante il giorno. Quello che fa è quindi seguire soprattutto le 266 persone a cui è iscritto su Twitter, tra cui: Paul Kedrosky, Tim O’Reilly, Alexis Madrigal dell’Atlantic, Jason Calacanis, Henry Blodget, John Gruber, Felix Salmon e Dylan Tweney e Glenn Fleishman di Wired.

Ogni tanto adora leggere il New York Times cartaceo perché sua moglie ne è abbonata ma, dice, in quanto direttore di un mensile non vuole farsi distrarre troppo dalle notizie quotidiane: la sua regola è interessarsi a una notizia solo dopo averla sentita citata per almeno tre volte in un ambiente sociale.

Durante la giornata continua a seguire il suo hobby più grande, la robotica. I siti Adafruit, SparkFun, MakerBot, Ponoko, Polol e le riviste IEEE Spectrum, Servo, Robot Magazine e Make Magazine. La sera, se ha un po’ di tempo, legge altre cose sull’iPad, specialmente riviste di cui tempo fa aveva abbandonato la versione cartacea: BusinessWeek, Fortune ed Esquire. Non ha un Kindle, ma usa l’applicazione di Kindle per iPad, con cui legge libri. Attualmente, sta leggendo The Art of Community di Jono Bacon, uno dei manager delle comunicazioni di Ubuntu.

Nella sua borsa c’è sempre qualche rivista cartacea, magari da tirare fuori in aeroplano, quando l’aereo è in fase di atterraggio e bisogna spegnere l’iPad. Prima fra tutte New Scientist, seguita da New Yorker, che ammette però di leggere raramente, solo quando qualcuno gli consiglia un articolo in particolare.

In conclusione, Anderson afferma che la strategia della sua dieta di notizie è concentrata sull’ignorare il caos, il rumore di fondo.

Riflette quello che sembra migliorare la mia vita. Ho preso la decisione cosciente di ripararmi da quello che convenzionalmente le persone dovrebbero leggere ogni giorno. Non mi permetterebbe di concentrarmi su quello su cui voglio concentrarmi, le storie a lungo termine. Una volta che ho identificato un trend a lungo termine, a quel punto il mio appetito è infinito. Quello che succede mercoledì potrei invece non venire a saperlo per mesi.