La Corte dei Conti condanna Balducci sul Giubileo

Lui, insieme ad altri tecnici, dovranno pagare 229 mila euro per il mancato controllo sul collaudo delle sale operatorie dell'ospedale Santo Spirito

La Corte dei Conti ha condannato Angelo Balducci – al centro delle inchieste sui grandi appalti – a un cospicuo risarcimento per la mancata attività di controllo esercitata quando faceva parte della commissione di collaudo tecnico amministrativo delle sale operatorie dell’ospedale Santo Spirito, ai tempi del Giubileo. Secondo la Corte la commissione non rilevò

nel corso del collaudo nessuna anomalia, omettendo di evidenziare che le difformità nella realizzazione del blocco operatorio attenevano alle caratteristiche strutturali dell’opera, nonché ai materiali impiegati, diversi da quelli concordati, e a gravi difformità rispetto a quanto previsto nel progetto originario

Gli appalti del Giubileo sono stati finora solo lambiti dalle inchieste giudiziarie e giornalistiche sugli affari della cosiddetta “cricca” e suoi suoi rapporti con le istituzioni ecclesiastiche romane, e il giudizio della Corte dei Conti torna ad avvicinare i due ambiti. Il sito di Repubblica Roma spiega la questione esaminata dalla Corte.

Quelle sale operatorie che avrebbero dovuto essere il fiore all’occhiello della chirurgia capitolina, nel corso degli anni, a partire da un’inchiesta denuncia di Repubblica, sono state infatti chiuse, nuovamente ristrutturate, chiuse di nuovo, inaugurate un’altra volta (questa volta alla presenza dell’ex governatore della regione Lazio, Francesco Storace) e poi ancora smantellate come se fossero, raccontavano i dipendenti, “il set di un film”: ci pioveva dentro, c’erano infiltrazioni, c’erano le zanzare, i “controsoffitti e gli spazi sottotetto” erano in “condizioni di insufficiente isolamento, c’erano fessure sul pavimento, l’aria condizionata era pericolosa, le plafoniere avevano fori che permettevano il passaggio di polvere e germi”. Fino allo smantellamento finale.

La sentenza della Corte dei Conti condanna dunque Angelo Balducci per quello spreco di denaro pubblico (somme che negli anni sono arrivate a superare i 12 milioni di euro) e per quel costante disservizio. “Al collaudo finale dei lavori” si legge infatti nella sentenza “aveva provveduto apposita Commissione, composta dagli ingegneri Angelo Balducci e Tullio Russo e dall’architetto Massimo Giorgi”, commissione che nella relazione finale “attesta la corretta esecuzione delle opere realizzate, comprese le sale operatorie”. Un collaudo smentito dai fatti. Non solo per i materiali scadenti ma anche per il fatto di aver dovuto abolire “il reparto oncologico che fu infelicemente progettato, strutturato e posizionato in immediata adiacenza alle camere mortuarie”.