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  • Lunedì 28 giugno 2010

Chi si prende i soldi dei legionari di Cristo

La congregazione travolta dagli scandali vede i suoi finanziatori ritirarsi in cerca di alternative: la più immediata è l'Opus Dei

Pope John Paul II gives his blessing to father Marcial Maciel, founder of the Christ's Legionaries, during a special audience the pontiff granted to about four thousand participants of the Regnum Christi movement, in the Paul VI hall at the Vatican Tuesday, Nov. 30, 2004. (AP Photo/Plinio Lepri)
Pope John Paul II gives his blessing to father Marcial Maciel, founder of the Christ's Legionaries, during a special audience the pontiff granted to about four thousand participants of the Regnum Christi movement, in the Paul VI hall at the Vatican Tuesday, Nov. 30, 2004. (AP Photo/Plinio Lepri)

I Legionari di Cristo sono una congregazione religiosa maschile di diritto pontificio, fondata nel 1941 dal sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado. È uno degli ordini più discussi per il notevole patrimonio accumulato in settant’anni di attività grazie alle donazioni e per la gestione spesso definita spregiudicata dei beni di proprietà della congregazione. Pare ora, però, che i donatori su cui contava la Legione abbiano deciso di smettere di finanziarla, in seguito agli scandali in cui sono stati coinvolti alcuni membri condannati per abusi su minori, e soprattutto a causa delle notizie emerse in merito al fondatore della congregazione.

Ne parlano Mica Rosenberg e Anahi Rama di Reuters:

Dopo quasi mezzo secolo di assoluto e pieno sostegno da parte del Vaticano, la Legione è caduta in disgrazia in seguito alle rivelazioni del 1 maggio 2010 sul fondatore della Legione, padre Maciel Degollado, che era stato sospeso a divinis il 19 maggio 2006 dalla Congregazione per la dottrina della fede per gli atti di pedofilia compiuti su seminaristi della sua congregazione e per averne successivamente assolti alcuni in confessione, delitto punito dal diritto canonico con la scomunica.

Maciel, morto nel 2008, conduceva una doppia vita, che includeva l’aver avuto “mogli”, figli non riconosciuti, e l’abuso di minori tra cui i suoi stessi figli naturali.

Ora la congregazione dovrà affrontare un secondo problema dopo gli scandali, dato che i generosi e facoltosi donatori che contribuirono a renderla un influente movimento nei decenni trascorsi, stanno considerando se continuare a fornire sostegno economico ad un’organizzazione che quest’anno ha così tanti motivi d’imbarazzo.

Osvaldo Moreno, portavoce della Legione, sostiene che in realtà è troppo presto per fare delle valutazioni di tipo economico, ma ammette che l’attenzione dei media di tutto il mondo sugli squallidi dettagli della vita sessuale del fondatore non sia stata d’aiuto.

I vertici dell’ordine in marzo si sono scusati con tutti coloro che sono stati colpiti, feriti o scandalizzati dalle “reprensibili azioni del fondatore”.

La Legione è arrivata, nei suoi momenti di maggior prosperità, ad accumulare 650 milioni di dollari l’anno, ma i membri dell’ordine dicono che alcuni finanziatori delusi sono intenzionati a chiudere il libretto degli assegni.

La congregazione si preoccupa del fatto che i suoi donatori più fedeli decidano di rivolgersi ad un altro ordine o movimento per investire il proprio denaro.

“Ci sarà un significativo calo nelle nostre donazioni ed i concorrenti come l’Opus Dei ne beneficeranno” ha detto Fernando Gonzalez, uno degli alti gradi della Legione.

Molti seguaci della Legione sono rimasti increduli quando il Vaticano, in maggio, ha concluso la sua esaustiva investigazione ammettendo che padre Maciel “era privo di scrupoli” e “colpevole di atteggiamento immorale degenerato in crimini effettivi”.

La Legione gestisce scuole private cattoliche e organizzazioni benefiche in ventidue paesi attraverso il suo network di 800 sacerdoti e 2.600 seminaristi. Il movimento laicale legato all’ordine, noto come Regnum Christi, ha circa 75.000 membri.

L’ordine dirigeva scuole che avevano l’obiettivo esplicito di crescere uomini e donne “consacrati”, pronti a dedicarsi alla vita monastica. Gli allievi seguivano una forma di disciplina militare, facevano voto di silenzio, giuravano che si sarebbero astenuti dai contatti fisici e che avrebbero limitato le visite di amici e parenti.

Le rette alte e le donazioni a cadenze regolari erano destinate, così dichiaravano i vertici della Legione, a sostenere opere di carità e scuole per i poveri. Per gestire l’immenso patrimonio della legione, però, Maciel aveva fondato una holding multinazionale chiamata Grupo Integer, la cui gestione era affidata ad alcuni membri laici del Regnum Christi.

Il Grupo Integer è stato accusato di agire come una qualsiasi corporation e quindi in modo incompatibile con il carattere religioso della sua ragione sociale. Sotto accusa sono soprattutto le relazioni industriali, le attività finanziarie, l’uso delle donazioni per finalità diverse da quelle dichiarate ai donatori, il ricorso al mobbing per allontanare dipendenti in disaccordo con le politiche aziendali, la selezione nepotistica del management e la sua eccessiva retribuzione.

Integer gestisce tutt’ora il patrimonio della Legione. Le operazioni finanziarie e immobiliari sono state protratte anche durante l’ispezione del Vaticano, nell’estremo tentativo di mettere al sicuro il patrimonio della Congregazione dalle richieste di risarcimento delle vittime e dei figli di Maciel.
Nei suoi giorni migliori la Legione poteva contare su benefattori come Flor Barragan de la Garza, la vedova di un ricco tycoon, che nel corso della sua vita ha donato alla congregazione circa 50 milioni di dollari. Il gruppo teme di non riuscire a trovare un altro patrono così generoso e fedele.

È emerso che Maciel muoveva grandi somme di denaro: ad esempio fece da tramite per una famiglia messicana, consegnando 50.000 dollari ad uno stretto confidente del Papa, cosicché la famiglia potesse assistere ad una messa privata con il Pontefice; alcune recenti investigazioni hanno rivelato che consegnava regolarmente buste di denaro e regali costosi ad alti prelati e figure di potere della Chiesa