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  • Venerdì 25 giugno 2010

La Germania apre all’eutanasia

Una sentenza della Corte costituzionale tedesca riconosce la legittimità del suicidio assistito

La Corte costituzionale federale tedesca ha emesso oggi una sentenza che rende più facile il ricorso all’eutanasia da parte di parenti e familiari nei confronti dei loro cari. La corte ha ribaltato la condanna per omicidio che era stata inflitta l’anno scorso a un avvocato, reo di avere assistito un suo cliente che aveva fisicamente staccato la flebo che teneva in vita sua madre, in stato vegetativo irreversibile. La sentenza è destinata a riaprire il dibattito sul suicidio assistito – vietato, in Germania – e il diritto alla morte: la Corte infatti ha applicato una netta distinzione tra “l’azione di uccidere con lo scopo di mettere fine alla vita” e “l’azione di lasciare morire un paziente con il suo consenso”.

Nel dare la notizia della sentenza, il New York Times spiega che in Germania l’eutanasia rappresenta un tema molto delicato: non tanto per l’influenza della religione nella vita politica, com’è invece in Italia, bensì per via della dittatura nazista, che utilizzava la parola “eutanasia” per giustificare lo sterminio di massa delle persone affette da disabilità. Anche per questo, nonostante la sentenza della Corte e il dibattito che ne seguirà, il dibattito pubblico si preannuncia complicato.

Il ministro della giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha rivolto un plauso alla decisione della Corte. “Quando si è in una fase difficile della vita, il rispetto delle volontà dei pazienti produce sicurezza per i pazienti, per i familiari e per i medici. La libera volontà di un essere umano deve essere rispettata in ogni circostanza della sua vita”.

Di tutt’altro avviso il cancelliere Angela Merkel, che nel 2008 aveva detto di essere “assolutamente contraria a qualsiasi forma di suicidio assistito, sotto qualsiasi forma”.