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  • Mercoledì 16 giugno 2010

Condanne severe e condanne sbagliate

William Macumber è in carcere da 35 anni per avere ucciso una coppia nel deserto dell'Arizona

di Elena Favilli

C’è un libro pubblicato da McSweeney’s e curato da Dave Eggers che si chiama “Surviving Justice“: sopravvivere alla giustizia. Raccoglie le testimonianze di tredici americani ingiustamente condannati per crimini che non hanno mai commesso e del difficile reinserimento nella società dopo avere dimostrato la loro innocenza, e dopo avere passato decine di anni in carcere. Le loro storie si assomigliano un po’ tutte: processi confusi, prove incerte, false testimonianze, interrogatori pilotati, errori della scientifica. William Macumber ha una storia simile, ma è ancora in carcere. Il New York Times ne parlava ieri in un lungo articolo:

Nel 1975 Ronald Kempfert era solo un bambino quando suo padre finì in prigione con l’accusa di omicidio. Da allora non lo vide più per ventotto anni, fino a quando nel 2003 parlò con un avvocato che aveva iniziato a occuparsi del caso. “Tuo padre è innocente” gli disse Larry A.Hammond, “e siamo abbastanza sicuri che sia stata tua madre a incastrarlo”.

Il processo contro William Macumber iniziò nel 1974, mentre il suo matrimonio con la madre di Ronald andava a rotoli. Carol, che all’epoca lavorava nell’ufficio della polizia locale, un giorno si presentò dai suoi superiori con una storia sconvolgente. Suo marito, disse, aveva confessato di avere ucciso una coppia nel deserto dell’Arizona dodici anni prima, nel 1962. In seguito alla testimonianza della moglie, Macumber fu arrestato e condannato all’ergastolo.

Ma nel 1967 un altro uomo, Ernesto Valenzuela, era stato condannato per avere commesso un omicidio simile. Il suo avvocato Thomas W.O’Toole dice che Valenzuela gli aveva confessato di avere ucciso anche la coppia nel deserto dell’Arizona, la stessa per cui era stato condannato Macumber.

“Si vantava raccontando delle persone che aveva ucciso, era un assassino a sangue freddo che aveva sempre agito consapevolmente”. Per anni, l’avvocato O’Toole aveva mantenuto il segreto del suo cliente, ma dopo la morte di Valenzuela nel 1973, e con il permesso di sua madre, si offrì di testimoniare per il processo di Macumber. Ma il giudice non volle ascoltare la sua versione e decise anche di impedire la testimonianza di un secondo avvocato e uno psichiatra che dicevano di avere sentito Valenzuela confessare proprio quell’omicidio. L’unica versione a cui il giudice volle dare ascolto fu quella di un’impronta digitale parziale e del bossolo di una cartuccia, che secondo l’accusa collegavano Macumber all’omicidio.

Ora il figlio di Macumber è sicuro che suo padre sia innocente e che sua madre non si sia semplicemente limitata a mentire.

“Ho capito chiaramente come lo abbia incastrato: aveva accesso alle prove e all’epoca stava seguendo dei corsi proprio sulle impronte digitali”.

L’anno scorso, i cinque membri della Board of Executive Clemency dell’Arizona hanno chiesto all’unanimità la grazia per Macumber, dopo trentacinque anni di carcere. Ma il governatore repubblicano dell’Arizona Jan Brewer ha rifiutato la richiesta lo scorso novembre senza nessuna spiegazione. Secondo il New York Times, è possibile che sulla decisione abbiano pesato influenze politiche.

Macumber ha 74 anni ed è in condizioni di salute precarie, con problemi di cuore e artrosi. Il rischio che potrebbe rappresentare un pericolo pubblico appare ridotto. Ma la sua ex moglie, Carol Kempfert, sostiene che è un sociopatico pericoloso che merita di morire in prigione. Nega di essersi inventata la sua confessione e avere contraffatto le prove con cui è stato condannato. “A dire il vero penso solo che sia stato fortunato” ha detto “se l’avessero scoperto prima, l’avrebbero condannato a morte”.

La discussione sulle condanne sbagliate negli USA è molto vivace da qualche anno, ma incontra fortissime resistenze politiche. Nel 2009 il caso di Todd Willingham sembrò per la prima volta suggerire che la giustizia americana poteva avere ucciso un innocente, ma il caso fu insabbiato dal governatore del Texas Rick Perry che sostituì quattro dei nove membri della commissione che stava indagando. Un caso simile a quello di Willingham – un rogo falsamente attribuito – è stato sui giornali americani due settimane fa. Ed è di ieri la notizia di un nuovo test del DNA ordinato da un giudice texano su un caso per cui un condannato è stato ucciso nel 2000.