Occhio ai pixel, Steve

Gli esperti contestano Apple che sostiene di aver realizzato uno schermo che supera il livello massimo di definizione percepibile dall'occhio umano

Un nome efficace ed evocativo offre molte possibilità di successo in più per un nuovo prodotto, e dalle parti di Apple lo sanno bene. Presentando la nuova generazione dell’iPhone, lo scorso lunedì Steve Jobs si è soffermato a lungo sulla notevole definizione del nuovo schermo dello smartphone, battezzato non a caso “Retina”. Con tono solenne, il CEO di Apple ha dichiarato che il nuovo display offre una qualità delle immagini senza precedenti perché supera il livello massimo di definizione che l’occhio umano è in grado di percepire, ma pare proprio non sia vero, almeno secondo l’esperto Raymond Soneira di DisplayMate Technologies consultato da Wired.

Nel corso della presentazione, Jobs ha detto che il nuovo iPhone 4 ha una densità di pixel [i piccoli quadratini che messi insieme formano le immagini e i testi che vede ora sul vostro schermo, ndr] pari a 326 pixel per pollice. Ha poi affermato che questa risoluzione supera il limite della retina dell’occhio umano, che secondo Jobs è pari a circa 300 pixel per pollice nel caso di uno schermo posto a una distanza di circa 30 centimetri. «È saltato fuori che il numero magico è intorno ai 300 pixel per pollice, che quando tieni qualcosa a una trentina di centimetri dai tuoi occhi la retina non riesce più a distinguere i singoli pixel» ha dichiarato Jobs.

Soneira si occupa di schermi e resa delle immagini da oltre 20 anni e dice che applicare il concetto dei pixel alla retina umana può risultare fuorviante. Secondo l’esperto, Apple non avrebbe valutato tutte le variabili della vista umana come la visione laterale e la risoluzione angolare, l’angolo minimo che l’occhio umano è in grado di distinguere prima di distorcere l’oggetto che si sta osservando. Soneira ha rifatto i calcoli tenendo in considerazione queste variabili e ha ottenuto una cifra ben diversa da quella prospettata da Steve Jobs: per superare la retina umana, un display degno di questo nome dovrebbe avere una risoluzione pari a 447 pixel per pollice e dovrebbe essere sempre osservato a una distanza di almeno 30 centimetri.

Nonostante la sensibile differenza tra i valori indicati da Apple e quelli calcolati tenendo conto delle altre variabili, per l’esperto il nuovo schermo dell’iPhone 4 dovrebbe comunque essere il miglior display mai utilizzato per un dispositivo portatile come uno smartphone. Il nuovo schermo offre un angolo di visione molto ampio, fino a 180 gradi, e colori molto brillanti e realistici, dicono. Uno schermo ben definito rende più semplice e meno faticosa la visione dei contenuti, specialmente del testo, anche con pochi ingrandimenti.
Quello della quantità di pixel per pollice potrebbe comunque rivelarsi un falso problema. Il nostro occhio ha una buona capacità di adattamento e secondo gli esperti una densità intorno ai 326 pixel per pollice saranno più che sufficienti. Per avere un metro di paragone basta, del resto, pensare alle pagine delle riviste patinate: testo e immagini vengono solitamente realizzati utilizzando 300 puntini di inchiostro per ogni pollice e raramente è possibile distinguere un punto dall’altro. Della diatriba sui pixel se ne è occupato anche il blog Bad Astronomy della testata di divulgazione scientifica Discover. Nell’articolo, molto documentato, si arriva alla conclusione che in un certo senso sia Jobs che Soneira hanno ragione: tutto dipende dalla vista dei singoli utenti, dunque chi non ha alcun difetto potrà distinguere ancora i pixel, mentre chi ha una vista “nella media” difficilmente coglierà la presenza dei singoli pixel sul display.

Soneira dice di essersi occupato del “display retina” per mettere in evidenza un sintomo di un problema molto esteso legato alla fumosità del mercato nel comparto degli schermi. In pratica, molti produttori esagerano con dichiarazioni sulle specifiche tecniche dei loro display – tutto, dalla risoluzione all’angolo di visione, dalla luminosità al contrasto – e devono farlo perché tutti lo fanno.

Apple è dunque in buona compagnia in questa fiera di dichiarazioni esagerate sull’effettiva qualità e definizione degli schermi. Soneira cita il caso dei nuovi televisori Quattron di Sharp. La pubblicità di questi schermi afferma che vengono utilizzati quattro colori al posto dei tre tradizionali per creare le immagini. L’affermazione ha però poco senso: tutti i contenuti per la televisione e i film vengono prodotti e bilanciati sulla base del classico modello con tre colori (rosso, verde, blu), mentre il quarto colore utilizzato dai televisori Quattron è il giallo, che viene già normalmente reso con gli altri tre colori.

In un ambiente in cui tutti mentono per non lasciare spazi alla concorrenza è difficile orientarsi, non solo per i consumatori, ma anche per gli stessi produttori. Il miglior schermo del mondo descritto con dati tecnici oggettivi e veritieri passerebbe per il peggior prodotto sulla piazza e non avrebbe mercato. Il problema è che ognuno mente a suo modo.