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  • Domenica 6 giugno 2010

Slovenia al voto sul confine croato

Oggi i cittadini sloveni decidono se accettare o meno l'accordo sulla spartizione della Baia di Pirano

Aggiornamento: alle 22.00, l’Ansa riporta che allo scrutinio del 15% dei seggi il “sì” è in vantaggio con il 52,9% dei voti.

La discussione sul confine tra Slovenia e Croazia va ormai avanti dalla dissoluzione della Jugoslavia nel 1991. In queste ore i cittadini sloveni stanno votando per decidere se accettare l’accordo con la Croazia, e quindi porre fine al problema, o rifiutarlo, e quindi intensificare ancor di più l’acredine tra le due nazioni e mettere in crisi il governo del primo ministro sloveno Borut Pahor.

Al centro della disputa ci sono le acque della Baia di Pirano, un accesso all’Adriatico fondamentale per i commerci sloveni. Sia la Slovenia, con meno di 25 chilometri di costa in tutta la nazione, sia la Croazia volevano la proprietà delle acque territoriali di fronte alla baia. Nel corso degli anni la discussione ha fortemente inasprito i rapporti tra i due paesi, che hanno portato la Slovenia a imporre un veto sull’adesione della Croazia all’Unione Europea. Lo scorso ottobre, le due nazioni hanno scelto di lasciare la decisione agli organi internazionali, che hanno poi ratificato un accordo che fissa il confine a metà golfo, e dà la possibilità alla Slovenia di passarci attraverso liberamente.

L’accordo è stato però criticato dall’opposizione di centro-destra slovena, che l’ha definito una “capitolazione” in favore della Croazia. A marzo il premier Pahor ha quindi acconsentito a lasciare la decisione in mano ai cittadini, che oggi sono chiamati ad accettare o meno l’accordo proposto dagli arbitri internazionali.

Se dovesse vincere il “sì”, si porrebbe fine a un litigio che si protrae da diciannove anni. Se dovesse vincere il “no”, non solo si tornerebbe punto a capo nella situazione tra le due nazioni, ma ci sarebbe anche il rischio di una crisi di governo per Pahor, già in discussione per le recenti difficoltà economiche slovene. Come riferisce il corrispondente di BBC News, i sondaggi pre-elettorali hanno dimostrato l’assoluta parità, almeno sulla carta, tra i favorevoli e i contrari all’accordo. I seggi chiuderanno oggi alle sette, e bisognerà quindi aspettare i risultati per scoprire che ne sarà del confine.