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  • Martedì 4 aprile 2017

Cosa mostrano le foto delle persone uccise e ferite nel bombardamento chimico in Siria

E perché abbiamo deciso di pubblicarle, questa volta

Un medico siriano durante l'attacco aereo che ha colpito un ospedale di Khan Sheikhun (OMAR HAJ KADOUR/AFP/Getty Images)
Un medico siriano durante l'attacco aereo che ha colpito un ospedale di Khan Sheikhun (OMAR HAJ KADOUR/AFP/Getty Images)

Nelle prime ore di martedì mattina c’è stato un bombardamento chimico nella città di Khan Sheikhun, nella regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria, una zona controllata dai ribelli. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione vicina ai ribelli che ha sede a Londra, sono state uccise almeno 74 persone e molte altre sono rimaste ferite e presentano sintomi come difficoltà respiratorie, schiuma alla bocca, vomito, compatibili con gli effetti di qualche tipo di gas nervino. Molti dei morti erano civili e alcuni erano bambini. Poche ore dopo è stato bombardato il principale ospedale della città dove erano stati portati i feriti, hanno scritto AFP e BBC Arabic citando loro fonti. Stati Uniti e Unione Europea hanno accusato le forze del presidente siriano Bashar al Assad dell’attacco.

Nonostante il governo siriano abbia negato di avere bombardato Khan Sheikhun, molti giornalisti e analisti credono che l’attacco sia stato compiuto o dal governo di Assad o dalla Russia, suo alleato. Da stamattina circolano tantissimi video e foto che mostrano le persone uccise, i soccorsi e le condizioni degli ospedali che stanno accogliendo i feriti: le foto, che sono state diffuse principalmente da siti e pagine Facebook vicini ai ribelli, sono molto forti e impressionanti; le grandi agenzie di stampa e alcuni importanti factchecker stanno cercando di verificarle (una selezione di video credibili si può vedere invece qui, messa insieme da Eliot Higgins, fondatore del sito giornalistico Bellingcat).

Le immagini che abbiamo scelto di pubblicare sono quelle riprese dalle grandi agenzie fotografiche, tra cui Getty Images e Associated Press, e la cui autenticità è stata verificata: non solo raccontano una parte della storia, ma in un certo senso sono la storia. A Idlib infatti, così come in molte altre zone della Siria, non ci sono giornalisti indipendenti che lavorano per grandi testate internazionali: le informazioni che riceviamo da lì si basano soprattutto sulle testimonianze di persone del posto o sui contenuti multimediali ripresi e ripubblicati dagli organi di propaganda del governo siriano o vicini ai ribelli. Per questo le immagini pubblicate dalle agenzie fotografiche sono così importanti: raccontano una storia che altrimenti si sarebbe persa tra la propaganda dell’una o dell’altra parte, ed è una storia importante. Il governo siriano aveva accettato di smantellare il suo arsenale di armi chimiche dopo l’attacco chimico ad alcuni quartieri di Damasco nell’agosto 2013, ma non ha rispettato gli impegni presi. L’attacco chimico di oggi è uno dei più gravi mai compiuti durante la guerra in Siria, iniziata sei anni fa.

Le foto – che, di nuovo, sono davvero molto forti e impressionanti – si possono vedere qui.