Claude Shannon e come nacque il “bit”

Chi era il matematico e ingegnere che teorizzò il modo in cui le macchine moderne si scambiano informazioni, e che nacque 100 anni fa oggi

Claude Shannon fu un ingegnere e matematico americano, che era nato a Petoskey, una piccola città del Michigan, il 30 aprile del 1916: cioè 100 anni fa, oggi. Claude Shannon è ricordato soprattutto perché per primo formulò l’ipotesi che le macchine potessero scambiarsi le informazioni attraverso il codice binario, composto solo dalle cifre 0 e 1, ancora oggi alla base delle comunicazioni digitali. Fu inoltre il primo a definire l’unità base di queste informazioni in codice binario: la chiamò bit. L’intuizione era contenuta già nella sua tesi di laurea magistrale del 1936, ma venne ampliata nel suo celebre articolo intitolato “Una teoria matematica della comunicazione”, pubblicato nel 1948. Nel corso della sua vita Shannon ha continuato a lavorare alle macchine digitali, arrivando ad essere considerato uno dei più brillanti matematici contemporanei.

Claude Shannon studiò matematica e ingegneria alla University of Michigan e proseguì gli studi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più prestigiose università del mondo. Come molti matematici della sua epoca, durante la guerra Shannon collaborò con il governo nel campo della crittografia, per cifrare le comunicazioni americane e decifrare quelle dei nemici. Dopo la laurea, si mise a lavorare per la nota società di telecomunicazioni americane AT&T, per poi tornare a insegnare al MIT. Shannon era già una specie di celebrità quando morì, nel 2001: nel suo necrologio, il New York Times scrisse: «il messaggio implicito e omnicomprensivo contenuto nei suoi insegnamenti era che un messaggio [informatico] può contenere un video, una canzone, una lettera: ma sarà sempre composto da numeri 1 e 0. Al giorno d’oggi, in cui gigabyte di informazioni come mail e filmati viaggiano attraverso i cavi telefonici, l’idea ci può sembrare “rozza”: ma ha le sue radici proprio nel lavoro di Shannon».

L’eredità di Shannon è tuttora importantissima e secondo molti il suo lavoro è effettivamente alla base dell’intera rivoluzione digitale, dato che tutti i dispositivi che contengono microprocessori utilizzano una forma evoluta del suo modello comunicativo. Ma Shannon non era soltanto un genio della matematica: era anche una persona spiritosa che sapeva prendersi poco sul serio. Era appassionato di scherzi e di giocoleria e tra le sue invenzioni più singolari viene spesso citata una tromba lanciafiamme e probabilmente il primo esemplare di “macchina inutile”, un oggetto che negli ultimi anni ha ottenuto una nuova popolarità grazie a YouTube.

Shannon morì nel 2001 a 84 anni, dopo aver contratto il morbo di Alzheimer e aver trascorso i suoi ultimi anni di vita in una casa di cura Massachusetts.