Un giovedì da Marino

Cosa sappiamo e cosa non sappiamo della storia che oggi agita tutti, in attesa di notizie

Ignazio Marino. (AP Photo/Alessandra Tarantino)
Ignazio Marino. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

C’è un genere di notizie particolarmente presente sui giornali italiani: le notizie secondo cui Tizio o Caio sarebbero “a un passo” o “pronti a” fare qualcosa: un modo per dire che non è ancora successa una cosa che, qualora accadesse, sarebbe una notizia. L’oggetto della notizia “pronto a” di giovedì 8 ottobre è Ignazio Marino, sindaco di Roma, dato da stamattina per “pronto a dimettersi” e “a un passo” dalle dimissioni. Per il momento di ufficiale non c’è niente, però: “La notizia è che Ignazio Marino non si dimette”, ha detto con involontario umorismo Sky alle 16. Facciamo un po’ d’ordine, quindi.

Ignazio Marino – che è del PD ed è stato eletto nel 2013 con una coalizione di centrosinistra – è criticato da molto tempo per diverse questioni, sia dall’opposizione che all’interno del Partito Democratico; a oltre due anni dal suo insediamento ha già cambiato la giunta per tre volte dopo aver perso, per dimissioni spontanee o richieste, otto assessori su dodici. Marino non è mai stato coinvolto nelle inchieste giudiziarie sul ruolo della mafia in città ma è stato criticato per una sua generale inadeguatezza e anche per episodi nei quali c’entrava poco o con motivazioni pretestuose, come le improbabili polemiche sulla sua Panda. È capitato anche che lo stesso Marino abbia involontariamente aiutato i suoi critici con un atteggiamento non proprio conciliante. L’ultimo episodio riguarda una serie di accuse di scarsa trasparenza riguardo alcune spese di modesta entità da lui sostenute con la carta di credito del Comune.

Da giovedì mattina i giornali descrivono Marino come “pronto a” dimettersi, in ragione del fatto che il Partito Democratico avrebbe deciso di togliergli il sostegno politico in Consiglio comunale. I giornali hanno scritto anche che il vicesindaco Marco Causi e gli assessori Stefano Esposito e Luigina Di Liegro si sarebbero dimessi, ma non risulta che le loro decisioni siano ufficiali e in mattinata un annuncio di “dimissioni di massa” era stato pubblicato da quasi tutti i siti dei giornali, ma è stato successivamente smentito. Ci sono però delle dichiarazioni, attribuite a loro tre, secondo cui “Non sussistono più le condizioni per andare avanti” e “la situazione così com’è ci porterà inevitabilmente alla fine di questa amministrazione”. Stando a quanto raccontano gli inviati dei giornali appostati fuori dal Campidoglio, Ignazio Marino si sarebbe rifiutato di dimettersi e avrebbe invitato quindi i suoi alleati a sfiduciarlo in Consiglio comunale; il PD e SEL dovrebbero valutare adesso l’opportunità di presentare formalmente una mozione di sfiducia contro il loro sindaco, con tutta la sgradevole situazione politica che questo comporta, oppure sperare che una simile minaccia basti per convincere Marino a dimettersi. Tutte queste cose, comunque, vanno prese con le molle: non sono state confermate da nessuno e sono semplicemente voci, retroscena.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nei mesi scorsi più volte ha commentato la crisi di consensi e credibilità di Marino dicendo che il sindaco di Roma avrebbe dovuto dimostrare di «essere in grado di governare» la città. Durante un Consiglio dei ministri convocato alla fine di agosto era stato deciso che il prefetto Franco Gabrielli “affiancasse” Marino nell’amministrazione del Comune. Peraltro tra soli due mesi a Roma inizierà un Giubileo straordinario, cosa che rende una decisione da parte del PD ancora più urgente, e la situazione in generale ancora più precaria.