Crisi e governo, guida alla giornata

Cosa succede oggi, a che ora parla Letta, quali sono i numeri in Senato: le cose da sapere

Oggi, mercoledì 2 ottobre, il governo Letta è impegnato in un delicato passaggio parlamentare per verificare se abbia o meno una maggioranza disposta a sostenerlo. La crisi si è aperta alla fine della settimana scorsa, in seguito alla decisione del presidente del PdL, Silvio Berlusconi, di far dimettere i propri cinque ministri. Le dimissioni sono state respinte martedì sera dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, dopo che Angelino Alfano e altri parlamentari del PdL hanno detto di essere disposti a votare la fiducia al governo, nonostante le diverse indicazioni di Berlusconi.

Il confronto parlamentare inizia alle 9.30 in Senato, dove Enrico Letta terrà un discorso programmatico. Si preannunciano diverse mozioni da parte dei gruppi parlamentari, che porteranno quindi con ogni probabilità – ma non è ancora certo – a un voto di fiducia. Dopo il discorso di Letta ci saranno due ore e mezza di dibattito, cui seguiranno una replica di Letta e le eventuali dichiarazioni di voto. La fiducia si vota in modo palese e con chiamata nominale. Nel pomeriggio Letta sarà alla Camera per una verifica della maggioranza in aula a partire dalle 16. Il voto cruciale sarà comunque quello in Senato, dove il PD e Scelta Civica non hanno da soli la maggioranza assoluta.

I numeri in Senato
Per ottenere la fiducia in Senato, il governo Letta avrà bisogno di almeno 161 voti (i senatori sono 321). Il PD ha 107 senatori (escluso il presidente del Senato, Pietro Grasso, che per prassi si astiene) cui si aggiungono i 20 di Scelta Civica (compreso il senatore a vita Mario Monti) e i voti dei 10 senatori per le autonomie (SVP, UV, PATT, UPT, PSI, MAIE): totale 137, sempre che siano tutti in aula. Il governo potrebbe ottenere anche qualche voto dai 5 senatori a vita e da 4 senatori usciti dal Movimento 5 Stelle, per un totale intorno ai 150 senatori. Molto – tutto – dipenderà quindi dal numero di senatori del PdL disposti a non seguire le indicazioni di Berlusconi e a dare la fiducia al governo Letta. E qui fare i calcoli diventa più complicato perché molti senatori del centrodestra non hanno fatto ancora sapere che cosa voteranno. Il numero previsto di “responsabili” è oscillato molto in queste ore, inizialmente si è parlato di una quarantina di persone, poi di numeri molto più bassi che porterebbero il governo a passare con un voto risicato intorno a 166.

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