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  • Lunedì 9 gennaio 2012

L’Iran condanna a morte un americano

Amir Mirza Hekmati è accusato di spionaggio per conto della CIA: lui nega tutto, ma il regime dice di avere una sua confessione

Secondo l’agenzia di stampa iraniana Fars, il Tribunale Rivoluzionario Iraniano avrebbe condannato a morte un cittadino americano, Amir Mirza Hekmati, “per aver cooperato con un paese ostile e per spionaggio per conto della CIA”. L’accusa aveva chiesto la condanna a morte durante lo scorso dicembre, dicendo che l’uomo aveva ammesso di aver partecipato a un addestramento negli Stati Uniti e di aver riferito che l’Iran stesse preparando alcuni piani terroristici all’estero. La confessione di Hekmati sarebbe stata trasmessa anche sulla televisione di Stato dell’Iran lo scorso 18 dicembre.

Hekmati ha 28 anni ed è americano dell’Arizona. La sua famiglia è di origini iraniane: il padre ha detto che suo figlio si trovava in Iran per fare visita a una sua nonna, escludendo che potesse trovarsi nel paese per spionaggio per conto della CIA. Secondo l’accusa, Hekmati avrebbe partecipato come marine degli Stati Uniti ad alcune operazioni in Iraq e Afghanistan. Successivamente sarebbe stato inviato in Iran per una missione di spionaggio. La sua vicenda potrebbe essere collegata ai fatti dello scorso novembre, quando alcuni funzionari del governo americano confermarono alla stampa che le autorità iraniane erano riuscite a scoprire le identità segrete di alcuni agenti della CIA attivi nel paese.

La difesa di Hekmati ha respinto più volte le accuse. Durante un interrogatorio lo scorso 27 gennaio l’uomo avrebbe però ammesso di avere legami con la CIA, pur ribadendo di non avere intenzione di causare danno all’Iran. La Fars riporta alcune parole della presunta confessione: «Sono stato ingannato dalla CIA… Anche se sono stato incaricato di infiltrarmi nel sistema di intelligence dell’Iran e di agire come una fonte di informazioni per la CIA, non avevo alcuna intenzione di mettere in pericolo il paese». Non è possibile verificare l’autenticità di queste affermazioni: in Iran gli imputati sono spesso costretti con la forza a sottoscrivere documenti e confessioni contro la loro volontà.

In più di una occasione il Dipartimento di Stato americano ha chiesto alle autorità iraniane di rilasciare Hekmati. Lo scorso 24 dicembre, inoltre, la Svizzera ha chiesto di potersi mettere in contatto con l’uomo, ottenendo un rifiuto da parte dell’Iran. Non avendo ambasciate o contatti diplomatici ufficiali nel paese, gli Stati Uniti quando necessario fanno riferimento alla Svizzera come mediatore per vedere rappresentati i loro interessi.