Steve Jobs deve dire che cosa ha?

La stampa statunitense si divide sulla scelta di Jobs di non dare informazioni sulla propria salute

Apple chief executive Steve Jobs introduces the iPhone 4 during the keynote address at the Apple Worldwide Developers Conference in San Francisco on June 7, 2010. Jobs showed off the next-generation iPhone that features the ability to shoot and edit high-definition quality video and a crisp higher-resolution screen. AFP PHOTO/Ryan Anson (Photo credit should read Ryan Anson/AFP/Getty Images)
Apple chief executive Steve Jobs introduces the iPhone 4 during the keynote address at the Apple Worldwide Developers Conference in San Francisco on June 7, 2010. Jobs showed off the next-generation iPhone that features the ability to shoot and edit high-definition quality video and a crisp higher-resolution screen. AFP PHOTO/Ryan Anson (Photo credit should read Ryan Anson/AFP/Getty Images)

Il co-fondatore e CEO di Apple, Steve Jobs, ha annunciato ieri – prima al consiglio di amministrazione e poi ai dipendenti di Apple – che usufruirà nuovamente di un congedo per malattia, così da potersi concentrare sulla sua salute. Per questo ha lasciato la guida delle operazioni al suo vice, Tim Cook, mentre lui sarà coinvolto soltanto nelle decisioni strategiche più importanti.

Jobs ha una storia medica piuttosto travagliata. Nel 2004 scopre di avere un tumore al pancreas, si parla di un insulinoma: si assenta dal lavoro per due mesi, durante i quali è sostituito da Tim Cook, e poi torna in azienda, guarito e apparentemente in buona salute. Solo che le terapie contro il cancro gli hanno fatto contrarre il diabete, da qui la necessità di una terapia a base di insulina per bilanciare gli scompensi del suo metabolismo. Intanto Jobs appare sempre più magro e all’inizio del 2009 diffonde un comunicato stampa per dire che “uno scompenso ormonale” gli fa bruciare più energie del normale, impedendogli di “prendere peso”. Qualche giorno dopo, però, Jobs annuncia un nuovo congedo per malattia, visto che i suoi problemi di salute sono “più complicati di quanto si pensava”. Torna solo a giugno del 2009, dopo aver subito un trapianto di fegato.

L’altra faccia della storia di Steve Jobs è la storia di Apple, l’azienda che sotto la sua guida è diventata una delle aziendi più grandi e profittevoli del mondo. Durante i suoi periodi di assenza, Apple è stata ben guidata e amministrata: ha lanciato molti nuovi e riusciti prodotti, ha aumentato il suo valore azionario. Ma tutti gli osservatori sono unanimi nel sostenere che Jobs è una figura che non può essere rimpiazzata, che è lui il motore creativo dietro l’invenzione di oggetti come l’iPod e l’iPad e per questo oggi sulla stampa statunitense in molti si chiedono se il co-fondatore di Apple dovrebbe fornire maggiori dettagli sulla sua condizione medica, così da informare adeguatamente le molte persone che possiedono azioni di Apple.

Ben Heiman sull’Atlantic scrive che “le sue condizioni mediche sarebbero dovute essere rese pubbliche in passato, dovrebbero essere rese pubbliche adesso”. Sostiene che le sue condizioni mediche influenzeranno il valore azionario di Apple e che la legge impone all’aziende di diffondere le informazioni “che possono influenzare le decisioni degli investitori riguardo l’acquisto o la vendita delle azioni”. Jobs ha chiesto ai media di rispettare la sua privacy, ma

il diritto alla privacy di un amministratore delegato riguardo la sua salute dovrebbe essere bilanciato dalla necessità di divulgarle, in determinate situazioni: quando si tratta di una malattia che mette a rischio la vita; quando l’entità e la durata del congedo mettono in discussione la presente e futura abilità del CEO di guidare la propria azienda; quando la malattia impedisce al CEO di fare il proprio lavoro.

Almeno una di queste circostanze riguarda Steve Jobs, dice Heinman, che per questo chiede alla SEC, l’autorità statunitense sui mercati finanziari, di esprimersi in modo vincolante sulla vicenda. “L’ultimo segreto di Jobs non è tollerabile: tutti gli auguriamo una pronta guarigione, ma vorremmo sapere da cosa”.

La stessa posizione è espressa da Annie Lowrey su Slate. L’opinionista nota che in passato Jobs ha diffuso le informazioni sulle proprie condizioni mediche solo a problema risolto: ha detto di avere avuto un tumore solo a tumore rimosso, ha detto di avere un problema al fegato solo a fegato trapiantato. Per questa ragione già ieri gli investitori stranieri hanno cominciato lentamente a vendere le azioni Apple, nonostante gli straordinari risultati commerciali dell’azienda. Perché non sanno niente di Jobs, e quindi non sanno niente di Apple. Gli investitori e gli azionisti di Apple si meritano qualche informazione in più? La richiesta di privacy di Jobs è legittima e legale?


La risposta è sì e no. Le aziende quotate in borsa devono rendere pubbliche le informazioni e i cambiamenti che possono condizionarle materialmente, ma la SEC non ha mai chiesto informazioni riguardo la salute degli amministratori delegati. Quindi il comportamento di Apple è legale. Questo non vuol dire che sia opportuno. Apple concede al pubblico il minor numero di informazioni possibile, lasciando gli osservatori a leggere tra le righe di ogni comunicato. Lo spirito di quelle leggi è ridurre l’incertezza negli investitori e aumentare la trasparenza nelle azienda. Paradossalmente, i comunicati di Apple fanno la cosa opposta.

La pensa in modo diverso Dan Lyons, responsabile della sezione tecnologia di Newsweek e autore di un apprezzato blog satirico in cui interpreta un finto Steve Jobs. Lyons è stato accusato di avercela con Jobs, in passato, ma ieri ha scritto su Daily Beast che secondo lui “Jobs è la persona più affascinante del mondo”. Lyons ha sospeso il suo blog umoristico, ieri, chiedendo ai suoi lettori di lasciare Jobs in pace per un po’. E si dice certo che non accadrà: ci sarà chi si apposterà sotto casa sua, chi intervisterà i suoi amici e i suoi vicini, chi farà degli scherzi scemi e chi dirà che tutto questo è legittimo, visto che Jobs dirige un’azienda quotata in borsa e gli azionisti hanno il diritto di sapere.

Beh, stronzate. La verità è che non ci sono notizie, in questa roba. L’unica ragione dell’esistenza di questa roba è che genera pagine viste. La gente che lo fa, sia che lo faccia per il proprio blog sia che lo faccia per il New York Times, sa cosa sta facendo e lo fa comunque. Se volete sapere qualcosa in più sul cancro e sui trapianti di fegato, andate in biblioteca. Se siete degli investitori e proprio non potete vivere nell’incertezza sulla salute di Jobs e sul suo impatto su Apple, beh, vendete le azioni e ringraziate Steve Jobs per l’assurda cifra che ne guadagnerete. Se invece decidete di tenervi le azioni, bene uguale – ma non andate in giro pensando che la vostra manciata di azioni vi dia il diritto di ficcare il naso nella vita privata di un uomo malato.

foto: Ryan Anson/AFP/Getty Images