Il potere delle banche

Il New York Times ha pubblicato un breve editoriale, intitolato Le banche e Wikileaks, in cui pone una questione da tempo dibattuta ma diventata prepotentemente d’attualità nell’ultimo mese: il potere delle banche. Visa, MasterCard, PayPal e soprattutto la Bank of America hanno deciso di dissociarsi da Wikileaks, e ne hanno bloccato trasferimenti e conti. Se il dipartimento di giustizia non ha ancora diramato alcuna accusa nei confronti del sito fondato da Julian Assange, è comunque vero che le banche sono imprese private che possono decidere autonomamente con chi lavorare o meno.

La situazione si fa più preoccupante se si pensa, continua il New York Times, che la decisione della Bank of America è arrivata dopo le dichiarazioni di Assange su un prossimo rilascio di documenti sulla presunta corruzione nel mondo della finanza. Le banche non sono aziende come le altre, hanno in mano il sistema di pagamenti, e una loro alleanza potrebbe minare il funzionamento di qualsiasi società o individuo. Il New York Times scrive che la questione va quindi ben oltre la questione Wikileaks.

Cosa accadrebbe se una manciata di grandi banche stabilisse l’eccessiva pericolosità di un blogger o un’organizzazione particolarmente seccante? Cosa accadrebbe se decidessero di fermare i finanziamenti a un quotidiano che sta per pubblicare qualche verità fastidiosa sulle loro operazioni?