esperanto

I funerali dell’anarchica Pinelli

«“Non sei stata tu a cercare quei riflettori che ti hanno puntato addosso e che anzi, hai cercato sempre di evitare", ha scandito la figlia Claudia dagli altoparlanti durante la cerimonia per sua madre Licia Rognini. Vorrei ricordare una foto. Venne scattata all’una e cinque di notte del 16 dicembre 1969. Quattro giorni prima era scoppiata la bomba di piazza Fontana e Giuseppe Pinelli dalla sera della strage era rinchiuso nel palazzo della questura di Milano. Quella notte un paio di giornalisti del "Corriere" si precipitano a casa Pinelli a San Siro, in via Preneste 2. Licia Pinelli, in vestaglia, apre la porta e i due giornalisti le comunicano la notizia. “Dev’essere successa una disgrazia a suo marito”. E aggiungono: “Sembra che sia caduto da una finestra della questura“. Licia Pinelli ascolta e in quel momento, click, viene scattata la foto. Il volto grigio, livido, prosciugato da quattro giorni di timori e cattivi pensieri, diventa un’immagine di cronaca».

I funerali dell’anarchica Pinelli

Altri articoli su questo argomento

Lettera dal Vietnam

«Gli esseri umani desiderano le merci, cioè il denaro, e soprattutto desiderano merci e denaro per i loro figli e nipoti, e non c’è nessun lavaggio del cervello virtuistico che possa mitigare questo desiderio, nessun cambiamento climatico che possa convincere chi non ha a non fare di tutto per avere. Passeggiando per Hanoi, tra ali di auto e motorini che s’incrociano in traiettorie letali, uno fa un confronto con l’Italia del miracolo economico e si ripete le prime righe del celebre articolo di Bocca su Vigevano, anno 1962: "Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi"»

Lettera dal Vietnam
2/2