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Il centro commerciale abbandonato Rolling Acres ad Akron, Ohio, 1 aprile 2014
(<a href="http://sephlawless.com/portfolio-">Seph Lawless</a>)

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Il centro commerciale abbandonato Rolling Acres ad Akron, Ohio, 1 aprile 2014 
(<a href="http://sephlawless.com/portfolio-">Seph Lawless</a>)

Il centro commerciale abbandonato Randall Park a North Randall, Ohio, 3 aprile 2014 
(<a href="http://sephlawless.com/portfolio-">Seph Lawless</a>)

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Le bellissime foto di Seph Lawless di due centri commerciali dell'Ohio in attesa di demolizione

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Tyneham

È una delle più famose e meglio conservate città fantasma del Colorado e degli Stati Uniti in generale, e rende bene l’idea di cosa fu la corsa all’oro nell’Ottocento. Venne fondata nel 1880 e inizialmente si chiamava Forest City, ma a causa dell’alto numero di cittadine nei dintorni con lo stesso nome prese il nome di St. Elmo: fu proposto da uno dei fondatori, Griffith Evans, che stava scrivendo un romanzo con quel titolo. Grazie all’estrazione di oro e argento la città si sviluppò rapidamente, arrivando ad ospitare duemila abitanti negli anni Novanta dell’Ottocento: c’erano l’ufficio del telegrafo, un negozio, un municipio, cinque hotel, svariati saloon, sale da ballo, la sede di un giornale, una scuola e la ferrovia. Il declino iniziò negli anni Venti: secondo la leggenda nel 1922 tutti i suoi abitanti salirono sull’ultimo treno in partenza dalla città e la abbandonarono. In realtà alcune persone, anche se pochissime, rimasero a viverci, e l’ufficio postale restò aperto fino al 1952, quando morì il postino. Quel che resta ora di St. Elmo è una fila di case di legno fatiscenti, lungo la strada principale e polverosa della città. Entrata a far parte del patrimonio storico nazionale, è visitata ogni anno da centinaia di turisti.
La foto è del novembre 2010.
<a href="https://www.flickr.com/photos/artuschen/6416795947">Andrew Tuschen</a>

St Elmo, Colorado, Stati Uniti

Bodie venne fondata nel 1859 dopo la scoperta di giacimenti d’oro da un gruppo di pionieri, tra cui W.S. Bodey, che diede il nome alla città. L’attività mineraria esplose dal 1876: in breve gli abitanti di Bodie diventarono 10mila, c’erano 65 saloon, un quartiere a luci rossi, un quartiere di chinatown con un tempio taoista. Nel decennio successivo però i cercatori d’oro iniziarono a spostarsi verso nuovi giacimenti e progressivamente la città fu abbandonata: la crisi iniziò ufficialmente nel 1913, nel 1920 ci vivevano ormai 120 persone. L’ultima miniera e l’ufficio postale chiusero nel 1942. Nel 1962 Bodie venne inclusa nel patrimonio storico degli Stati Uniti e l’anno successivo divenne un parco storico. Oggi viene portata come esempio per eccellenza di città nata durante la corsa all’oro e poi abbandonata; i suoi 170 edifici ancora in piedi vengono visitati ogni anno da 200 mila persone. 
La foto è del 12 settembre 2007 
(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Bodie, California

La Teufelsberg (in tedesco, “la montagna del diavolo”) è una collina artificiale costruita con le macerie dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale e si trova a Berlino ovest, alta circa 80 metri. Dagli anni Sessanta, dopo la costruzione del muro, ospitò la stazione di ascolto gestita dalla National Security Agency (la NSA, l’agenzia statunitense che si occupa della sicurezza), da dove gli agenti statunitensi e britannici ascoltavano le comunicazioni militari tra la Germania dell’Est e l’Unione Sovietica. 
Negli anni Novanta, dopo la caduta del muro di Berlino,un gruppo di investitori acquistò la stazione dal comune di Berlino per costruirci hotel e appartamenti, ma il progetto venne abbandonato. Si parlò allora di trasformare la torre in un museo dello spionaggio, ma anche in questo caso l'idea non è andata a buon fine. Negli ultimi tempi la torre è in stato di abbandono, ma sono ancora organizzate <a href="http://berliner-teufelsberg.com/web/en/geschichte-der-teufelsberg/">visite turistiche</a> nella struttura. 
La foto è dell'8 maggio 2011. 
(JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)

La stazione di Teufelsberg, Germania

Venne aperto nel 1836 a Jefferson City ed è rimasto aperto fino al 2004: è stato il più vecchio carcere in funzione a ovest del fiume Mississippi. Era soprannominato “the Walls” e anche “i 47 acri più sanguinosi d’America” e fu la più importante prigione di massima sicurezza dello stato. Per un periodo fu il carcere più grande degli Stati Uniti e ospitò al suo massimo 5.200 detenuti. Tra questi, anche Sonny Liston, che una volta uscito diventò uno dei pugili americani più famosi, e James Earl Ray, che riuscì a evadere e venne poi condannato per l’assassinino di Martin Luther King nel 1968. Il carcere era anche famoso per le esecuzioni capitali con il gas letale: dal 1937 al 1989 vennero uccisi 40 detenuti. Ora si possono visitare le celle della sezione femminile, quelle dei condannati a morte e la camera a gas, e ci sono escursioni notturne a caccia di fantasmi e apparizioni paranormali. 
<a href="https://www.flickr.com/photos/jerkinhead/6084938744">Michael Allen</a>

Il carcere statale del Missouri, Stati Uniti

Negli anni Cinquanta Hashima fu con ogni probabilità il posto più densamente popolato al mondo (5.259 abitanti, pari a 83.500 per km quadrato), con enormi edifici in cemento oggi in rovina e disabitati. Si trova all’estremità meridionale del Giappone e fu operativa a partire dal 1887 come miniera di carbone della Mitsubishi Motors. Dopo la crisi del mercato del carbone, a metà degli anni Settanta l’isola fu abbandonata diventando nei decenni successivi un posto alquanto spettrale, visitato tuttavia ogni anno da molti turisti. Sul Post ne abbiamo già scritto <a href="https://www.ilpost.it/2013/01/02/hashima-isola-giappone/">qui</a>, mentre <a herf="https://www.ilpost.it/2013/06/28/hashima-google-street-view/">qui</a> si possono vedere le foto di Hashima su Google Street View. 
(Google Street View)

Hashima, Giappone

Tyneham si trova nella costa inglese del Dorset ed è soprannominato “il paese che morì per l’Inghilterra”. Nel 1943 infatti suoi 225 abitanti dovettero abbandonarlo dopo che il governo lo aveva requisito per addestrarvi le truppe in vista dello sbarco in Normandia. Uno di loro lasciò un biglietto attaccato alla porta della chiesa con scritto: 
«Per favore trattate la chiesa e le case con cura; abbiamo abbandonato le nostre case dove molti di noi hanno vissuto per generazioni per aiutare a vincere la guerra per lasciare gli uomini liberi. Un giorno torneremo e vi ringrazieremo per aver trattato il villaggio con cura». 
Finita la guerra però gli abitanti non ottennero il permesso di tornare alle loro case e Tyneham entrò a far parte stabilmente dei possedimenti del ministero della Difesa. Quando non si svolgono esercitazioni militari si può ancora visitare quel che resta del villaggio: cottage, una chiesa, una scuola e una cabina telefonica del 1929. 
La foto è dell'aprile 2012. 
(<a href="https://www.flickr.com/photos/rikdom/6904773662">rikdom</a>)

Tyneham, Inghilterra, Regno Unito

La città prende il nome dall’industriale americano Henry Ford, che la fondò nel 1928 nella foresta amazzonica, non lontano da Santarém. Ford aveva ottenuto dal governo brasiliano la concessione di 10 mila chilometri quadrati di terra alla sua Companhia Industrial do Brasil in cambio del 9 per cento dei profitti della società. Ford voleva coltivare la gomma per gli pneumatici dei suoi veicoli direttamente in Brasile, così da aggirare il monopolio esistente negli Stati Uniti dell’epoca. Costruì in mezzo alla giungla la tipica cittadina americana, con un campo da golf, una biblioteca, un ospedale, negozi e ristoranti, così da far contenti gli operai che si dovevano trasferire. La città non venne però apprezzata dagli indigeni, costretti a uno stile di vita troppo diverso dal loro. Nel 1930 si ribellarono ai manager, che fuggirono nella giungla, e per placare la rivolta fu necessario l’intervento dell’esercito brasiliano. Ford aveva inoltre vietato il consumo di alcol e tabacco e la presenza di prostitute nella città; per questo a otto chilometri di distanza venne fondato un insediamento, chiamato Island of Innocence, con bar, nightclub e bordelli. 
Fordlandia fu un totale fallimento: non arrivò mai a produrre la gomma necessaria, Ford non la visitò mai, e suo nipote Herny Ford II decise di venderla, perdendo 20 milioni di dollari (circa tre miliardi di dollari attuali). Oggi si può ancora visitare quel che resta delle case e dei negozi. 
<a href="https://www.flickr.com/photos/guido_otero/3960059797/in/photostream/">Guido D'Elia Otero</a>

Fordlândia, Brasile

È una città fantasma russa, che si trova nell’arcipelago norvegese delle Svalbard. Venne fondata dagli svedesi nel 1910 e venduta all’Unione sovietica nel 1927. La città deve il nome alla forma piramidale di una collina non lontana; si sviluppò come centro legato all’estrazione del carbone, gestita dalla compagnia statale russa Trust Arktikugol. L’attività mineraria cessò nel 1998 e Pyramiden venne rapidamente abbandonata dagli abitanti. È rimasta inalterata fino al 2007, quando la Trust Arktikugol, che ne è tuttora la proprietaria, ha deciso di rinnovare l’hotel e garantire alcuni servizi base per favorire il turismo. Nella città si trovano ancora le abitazioni e le infrastrutture abbandonate, un parco giochi, un centro sportivo, un monumento sovietico e un pianoforte a coda, il più a nord di tutto il mondo. 
La foto è del luglio 2010 
<a href="https://www.flickr.com/photos/lanzen/4836149814">Anders Lanzen</a>

Pyramiden, Russia

Spinalonga è un’isola fortificata e abbandonata che si trova in Grecia, non lontano dall’isola di Creta. Il cartografo veneziano Vincenzo Coronelli racconta che originariamente non era un’isola ma era collegata alla penisola di Spinalonga dalla terraferma; nel 1526 i veneziani, che vi si erano insediati, eliminarono una parte di terra per trasformarla in un’isola. Venne quindi fortificata sulle rovine dell’antica acropoli, così da difenderla dalle incursioni turche; quando questi conquistarono Creta, Spinalonga rimase una delle poche roccaforti veneziane e offrì riparo ai cristiani che fuggivano dai turchi. Nel Seicento riuscirono però a conquistarla dopo un lungo assedio, e l’isola venne ripresa dai cristiani cretesi solo all’inizio del Novecento. Dal 1903 al 1957 ospitò uno degli ultimi lebbrosari al mondo: i pazienti, che erano completamente isolati, gestivano da soli un barbiere, un cinema, una chiesa e un teatro. Dopo che negli anni Cinquanta venne scoperta la cura della lebbra, molti abitanti di Spinalonga guarirono e lasciarono l’isola, che ora è visitata soltanto dai turisti. 
<a href="https://www.flickr.com/photos/lentina_x/4774084866">lentina_x</a>

Spinalonga, Grecia

Si trova nello stato di Guanajuato, nel centro del Messico, circondata da centinaia di miniere abbandonate, alcune risalenti al XVI secolo, l’epoca in cui la città fu costruita. Considerata per anni una città fantasma, dagli anni Novanta venne nuovamente abitata da artisti provenienti da tutto il paese e dai discendenti dei minatori, in cerca delle loro origini. È diventata anche una popolare meta turistica: si può visitare quel che resta delle miniere, dei ranch, una chiesa, l’arena, e le rovine della stazione ferroviaria. Nel 2012 Mineral de Pozos è stata dichiarata Pueblo Magico (città magica) del Messico, in riconoscimento della sua importanza culturale e storica. 
La foto è del 5 luglio 2008 
<a href="https://www.flickr.com/photos/raguilar_m/3724528597">Ricardo Aguilar</a>

Mineral de Pozos, Mexico

È una delle più famose e meglio conservate città fantasma del Colorado e degli Stati Uniti in generale, e rende bene l’idea di cosa fu la corsa all’oro nell’Ottocento. Venne fondata nel 1880 e inizialmente si chiamava Forest City, ma a causa dell’alto numero di cittadine nei dintorni con lo stesso nome prese il nome di St. Elmo: fu proposto da uno dei fondatori, Griffith Evans, che stava scrivendo un romanzo con quel titolo. Grazie all’estrazione di oro e argento la città si sviluppò rapidamente, arrivando ad ospitare duemila abitanti negli anni Novanta dell’Ottocento: c’erano l’ufficio del telegrafo, un negozio, un municipio, cinque hotel, svariati saloon, sale da ballo, la sede di un giornale, una scuola e la ferrovia. Il declino iniziò negli anni Venti: secondo la leggenda nel 1922 tutti i suoi abitanti salirono sull’ultimo treno in partenza dalla città e la abbandonarono. In realtà alcune persone, anche se pochissime, rimasero a viverci, e l’ufficio postale restò aperto fino al 1952, quando morì il postino. Quel che resta ora di St. Elmo è una fila di case di legno fatiscenti, lungo la strada principale e polverosa della città. Entrata a far parte del patrimonio storico nazionale, è visitata ogni anno da centinaia di turisti. 
La foto è del novembre 2010. 
<a href="https://www.flickr.com/photos/artuschen/6416795947">Andrew Tuschen</a>

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