Perché Berlusconi mente sull’IMU

La rata dell’IMU sospesa. Solo fino al 16 settembre. Solo per la prima casa. Niente per le seconde case. Niente tranne la defiscalizzazione per gli stabilimenti e i capannoni industriali. Restituzione della tassa già pagata: neanche a pensarci. Anzi, rischio concreto che chi è esentato oggi debba pagare tutto molto presto.

Come chiamereste questo esito, se foste democratici e aveste cavalcato tutti quei temi per l’intera campagna elettorale? Un vergognoso cedimento ai partner di governo.
Come lo chiama invece Berlusconi, lui che davvero di tutto il pacchetto IMU ha fatto ragione di vita, di morte e soprattutto di rimonta elettorale? “Un grande successo”. Ecco, bentornati nel meraviglioso mondo del rovesciamento berlusconiano della realtà. Forse mai come stavolta possiamo apprezzarne l’efficacia, ora che da alleati di maggioranza i democratici si trovano per la prima volta non a scandalizzarsi per la manipolazione dei risultati, ma ad apprezzarne lo spirito e le conseguenze, cioè l’alleggerimento della pressione polemica sul governo Letta.

C’è una lezione politica da trarre da questo primo scorcio di vita dall’esecutivo.
Riguarda la distorsione ottica con la quale da sinistra si guarda alle mosse e alla forza di Berlusconi. Che quanto più è insolentito, tanto più viene considerato ciclicamente un genio, sia pure del male, con tutte le atout in mano.

In realtà in questa difficile transizione Berlusconi ha un solo vero vantaggio rispetto al PD: un elettorato benevolo e disponibile fino, con rispetto parlando, alla stolidità.
Per il resto, il suo investimento sul governo Letta è fermo e rischioso quanto quello dei democratici. Contro palazzo Chigi non usa non diciamo i pretesti, ma neanche gli argomenti che potrebbe legittimamente usare. Cerca stabilità. Non dà spazio ai falchi del PdL, che pure hanno molte ragioni dal loro punto di vista. Teme giustamente i numeri in Parlamento, che alla fine per lui rimangono negativi: a legislatura avviata, quante volte e su quanti temi potranno formarsi nelle camere maggioranze diverse? E non è forse questo il motivo per cui, da Verdini in giù, tanti berlusconiani non avrebbero mai voluto veder nascere il governo Letta-Alfano?

Quando il PD avrà recuperato lucidità, uscendo dalla sua attuale nebbia cognitiva, si capirà forse che questa fase politica potrebbe anche non essere un’operazione in pura perdita, come vuole la vulgata di sinistra ovviamente in questo caso con molte buone ragioni.

Per anni, con Berlusconi al governo, le sue invenzioni sui risultati raggiunti facevano infuriare, venivano denunciate come il modo per nascondere difficoltà e fallimenti. Applichiamo lo stesso schema a questa storia dell’IMU, e vedremo la realtà con altri occhi.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.