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  • Lunedì 18 aprile 2011

Un americano a Roma

Propongo un nuovo gioco: comportarsi come se stessimo in un posto in cui non c’è quella cosa che ci fa vivere la vita all’80%, cioè come in molti altri posti nel mondo. Mi spiego meglio: non significa salire su un autobus e pretendere di comprare il biglietto dal conducente, ma restare legati alle regole, quelle che dovrebbero teoricamente governare la città.

Detta così sembra una cosa da crisi di nervi dopo 10 metri che si esce di casa, e in effetti quel rischio c’è. Però da un certo punto di vista potrebbe essere il contrario, perché metteremmo una distanza tra quello che succede e il nostro mondo. Come fanno involontariamente i turisti, che per forza di cose non riescono ad immergersi e quindi non vedono le cose che vediamo noi.

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