Tra il parco Sempione e il West
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Tra il parco Sempione e il West
Michele Serra
Martedì 1 aprile 2025

Tra il parco Sempione e il West

«Grande vantaggio sentirsi e vedersi tra simili, specie nei momenti difficili, ma appena ne esci, e torni a essere solo la molecola di una grande folla, capisci che la partita è aperta a molte, molte, molte più soluzioni di quelle che puoi immaginare; e di quante puoi illuderti di controllare»

Studenti turchi protestano a Roma contro l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu (Simona Granati - Corbis/Corbis via Getty Images)
Studenti turchi protestano a Roma contro l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu (Simona Granati - Corbis/Corbis via Getty Images)

«Sembra che la difesa della democrazia non sia a carico di nessuno: chi ha criticato gli eccessi del politicamente corretto tace davanti alla dismisura del politicamente infame che applaude ai neo-nazisti, insulta gli alleati, prende ciò che vuole e vuole tutto ciò che gli serve, in una rapina di Stato… Com’è possibile che l’insidia di questa sfida radicale non sia al primo posto sull’agenda delle cancellerie d’Occidente, non domini il dibattito politico, non renda i cittadini consapevoli del rischio di cambiare sistema, rinunciando a tutte le garanzie che la procedura liberal-democratica ha messo in campo negli anni? La questione riguarda tutti, supera la distinzione tra destra e sinistra, chiede ai cittadini di difendere se stessi difendendo la civiltà democratica che è la forma stessa della cultura occidentale tradotta in politica, istituzioni, diritti: la democrazia di uso quotidiano. Invece restiamo in silenzio davanti all’abuso, giustificando il sopruso… Quanto alla classe dirigente, si è già consegnata al nuovo potere, rivelando di non avere autonomia, né coscienza della democrazia, dunque nemmeno autorità per difendere i valori della libertà sotto minaccia».

Sono passaggi di uno degli articoli più lucidi e tristi che mi è capitato di leggere negli ultimi anni, “La terza guerra ideologica”, scritto su Repubblica da Ezio Mauro. Possibile sottotitolo: cronaca di una resa. L’ho letto domenica mattina nel primo vero giorno di primavera, a Milano. Eravamo tutti in camicia, colorati e rilassati, il parco Sempione e l’Arco della Pace erano invasi da giovani coppie con i bambini e i nonni, runner al piccolo trotto, moltissimi cani e padroni (i cani milanesi sono quasi tutti belli e puliti; un’amica mi fece notare, tempo fa, che sembrano di cachemire), e attorno un numero di bar e ristoranti con pochi eguali al mondo. Così a occhio, a Milano, il numero dei bar e dei ristoranti è superiore al numero degli abitanti. Ero con mia figlia, mio genero e mio nipote, e loro amici con bimbi piccoli, e tutto intorno sembrava amichevole e placato, il nervosismo meneghino dissolto in una grande bolla d’aria e di sole. I pensieri neri – sembra che la democrazia non sia a carico di nessuno – potevo metterli in tasca, la vita intorno era così vivida e serena che non valeva la pena infliggersi una pena, in fondo, buona per quattro giornalisti che si leggono tra loro, e i loro quattro lettori.

Venivo dai due giorni di Peccioli, una di quelle occasioni nelle quali puoi illuderti che la comunità pensante con la quale conversi, mangi, scherzi, passi le ore, scambi idee, sia forte e inespugnabile. Grande vantaggio sentirsi e vedersi tra simili, specie nei momenti difficili, ma appena ne esci, e torni a essere solo la molecola di una grande folla, capisci che la partita è aperta a molte, molte, molte più soluzioni di quelle che puoi immaginare; e di quante puoi illuderti di controllare. La ragazza che lancia la pallina al suo golden retriever, sarà preoccupata per la Groenlandia? La nonna che spinge il passeggino avrà cognizione della restrizione dei diritti in atto in America? E la badante che tiene sottobraccio il suo magro signore, che ne sa delle retate nei locali gay di Mosca? Magari ne sanno qualcosa, più probabilmente no. La vita ha una sua invincibile inerzia, tra l’altro non censurabile, si vive bene – forse si vive meglio – anche senza farsi troppe domande, le nuove foglie stanno rinverdendo il parco, un sacco di gente è nata e vissuta anche in guerra, anche sotto dittatura. Ed è scampata, ha avuto i titoli per sopravvivere e addirittura per vivere.

Nel pomeriggio, negli studi di Fazio, leggo una piccola e casuale rassegna di giudizi sul mio conto che un vecchio amico, ogni tanto, mi rifila a tradimento spillandoli dai social. Leggere qualche critica intelligente – pensa il mio vecchio amico – vale bene il prezzo dello sciatto malanimo che tocca automaticamente in sorte a chi diventa noto, o anche solo mezzo noto. Vero. Qui per esempio spicca il biasimo di un pubblicista sulla quarantina che mi richiama alla realtà delle cose. Dopo avere elogiato i tempi in cui, brillante oppositore, titolavo su Cuore “Hanno la faccia come il culo”, deride la mia attuale dedizione “ai nuovi mantra della sinistrella buona e giusta… e cioè per i ‘valori’, che diamine: democrazia, diritti, libertà, il solito minestrone di parole svuotate”.

Ecco, in fondo basterebbe questo, per finire la giornata in letizia. Ammettere, una volta per tutte, che democrazia, diritti e libertà sono il solito minestrone di parole svuotate: perché dunque preoccuparsene? Si buttano via e si sciacqua il piatto, pronto per la nuova minestra (sperando che il menù sia vario come in precedenza). Che poi esista un evidente vincolo di causa ed effetto tra libertà e satira, tra democrazia e facoltà di opporsi, non è argomento che appassioni più di tanto. Il solo titolo satirico che hanno in mente, gli schifatori del solito minestrone, è “La democrazia fa cagare”. Cuore non lo avrebbe mai fatto (era un giornale democratico: capita). Oggi si troverebbero dei finanziatori entusiasti e dei redattori zelanti.

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Molte delle cose che ci accadono hanno cominciato ad accadere parecchio tempo fa. Per esempio la nuova destra americana, quell’impasto di teocon, miliardari megalomani e nazisti dell’Illinois che, con nostro ingiustificabile stupore, oggi governa il paese più potente e più armato del mondo, ha radici solide e antiche. Ritrovo una mia “satira preventiva” del 2003 che, come si usa dire in casi come questi, potrei avere scritto stamattina.

“L’ondata dei politici neoconservatori americani è inarrestabile. Altri straordinari protagonisti stanno per irrompere sulla scena. Ecco i principali.

Geremiah e Isaiah Hockney – Sono i due gemelli albini resi famosi dalla serie televisiva Lassù sugli Appalachi. Tiratori scelti (centrano un nero da cinquecento metri), religiosissimi (benedicono la salma entro trenta secondi dal decesso), molto legati ai costumi tradizionali (allevano in casa il tacchino del Thanksgivin’ Day e dormono con lui), vogliono arrivare alla Casa Bianca per demolirla e rimpiazzarla con una capanna di tronchi d’albero. Il loro vicepresidente designato è Snortly, un grizzly di otto anni.

George Bush jr jr – Figlio naturale dell’attuale presidente, nato da una relazione per corrispondenza tra il padre e una campionessa di golf, è così cretino che quando ha deciso di avviare la pratica di riconoscimento è rimasto imprigionato per una settimana nel garage del tribunale di Reno. Ha conquistato l’opinione pubblica raccontando, nel celebre talk show “Cinque secondi per dire chi sei”, tutta la storia della sua vita. Piace all’establishment repubblicano perché, a differenza del padre e del nonno, sa indossare il casco dei pompieri di New York senza perdere l’equilibrio.

Lazarus Watt – Il reverendo Watt è la guida spirituale della piccola Chiesa Testamentale del Supplizio, una setta del Middle West che pratica la lettura al megafono della Bibbia 24 ore su 24. Gli adepti hanno accumulato enormi ricchezze ricattando i gestori e la clientela di cinema, teatri e ristoranti, disposti a pagare qualunque cifra pur di levarseli di torno. Liberista in economia, creazionista in pedagogia e veramente stronzo nella vita privata, il reverendo Watt intende abolire il Parlamento e sostituirlo con un Sinedrio degli Eletti composto dai suoi dodici figli.

Nigel Smitherson – È un nazista obeso del Texas, ex fattorino del Pizza Express licenziato perché consegnava i cartoni vuoti sostenendo che la pizza era stata requisita dai comunisti. Molto religioso, attribuisce la Costituzione americana al profeta Ezechiele e vuole inserire un emendamento che impedisca l’accesso ai locali pubblici delle donne mestruate. Si è fatto tatuare su una natica il Mayflower a grandezza naturale. Appoggiato dalla potentissima lobby dell’abbigliamento extralarge, conta di raccogliere voti tra i nevropatici dei piccoli centri urbani, che secondo gli analisti sono il principale gruppo elettorale degli Stati Uniti.

Fontolooza Price – Nera come la sua amica d’infanzia Condoleezza Rice (i genitori di entrambe, per trovare il nome di battesimo, appoggiarono il gomito su una tastiera del computer) è cresciuta in un quartiere poverissimo, tra violenze e soprusi di ogni genere, dominato dalla legge del più forte e dalla prevaricazione fisica sui più deboli. Le è piaciuto moltissimo, e per questo il suo programma elettorale prevede l’invasione sistematica dei paesi stranieri, la deposizione dei capi di stato esteri e la castrazione con la roncola di chi non rispetta i diritti umani”.

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Zanzare rimandate, il tempo stringe. È primavera sul serio, l’erba cresce così forte che fa quasi rumore. Devo seminare un pezzo di prato appena risistemato, oggi è il giorno giusto perché domani, fortunato me, vado a trovare Guccini a Pavana. Se me lo avessero detto quando avevo sedici anni, che sarei diventato amico di Guccini, anche solo che lo avrei conosciuto, mi sarebbe venuto un colpo per la contentezza. E dunque: in alto i cuori. E, come direbbe un Cetto La Qualunque restituito al campo giusto: ‘ntu culu ai nemici della democrazia.