Love stinks

Non molti di voi si ricorderanno di Peter Wolf. Ad appena due o tre dirà qualcosa un’informazione in più: era il frontman della J. Geils Band.
Roba di anni Ottanta, e anni Ottanta americani. Quello stesso mondo che ci diede i Cars di Ric Ocasek (noto poi ai rotocalchi per avere sposato una delle prime supermodelle, Paulina Poriszkova). Ma i Cars fecero il botto in mezzo mondo, soprattutto col ballatone “Drive”. La J. Geils Band prosperò su Videomusic quando ancora aveva sede al Ciocco, ma da noi non lasciò memorie durature, appunto. Roba di anni Ottanta, acconciature bizzarre e ragazze.

Invece gli americani ancora ne parlano. Il Wall Street Journal ha celebrato con un articolo il nuovo disco di Wolf. E ha ricordato che prima che ce ne accorgessimo noi quattro, quaggiù, la sua band aveva una storia di blues che partiva dagli anni Settanta. Noi invece ce ne eravamo accorti solo perché la J. Geils Band capì l’aria che tirava e produsse una serie di video con ragazze in bikini, à la Aerosmith (con cui condividono il circondario, in Massachusetts). Adesso, a 64 anni, Wolf – che al Wall Street Journal dice di aver sofferto molto lo scioglimento della band, paragonandola agli U2 e ai Rolling Stones – si è buttato più sul country. Ma ad agosto ci sarà un concerto a Boston della J.Geils Band riunita. Assieme agli Aerosmith.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).