We are the 98 percent e il coraggio di Fassina

Parafrasando con inaspettata ironia il motto di Zuccotti Park, We are the 99 percent, il responsabile economico del Pd Stefano Fassina chiude il cerchio alle polemiche di questi giorni. Le sue parole circa le posizioni del partito sul mondo del lavoro e sulle ricette economiche dell’Europa sono riportate da Repubblica di oggi: “Nel Pd ci sono due linee, una – quella di Ichino, per intenderci – ha il 2 per cento, l’altra il 98 per cento”. Un bel coraggio, anzi meraviglioso.

Sento spesso parlare di “sano pluralismo”, ma credo che in questo momento di casino totale il pluralismo nel Pd sia più che altro “tossico”, almeno per la base più allargata. Parlo degli elettori che “simpatizzano” con i democratici e che leggendo sul Corriere del 23 ottobre il titolo “Pd, diciassette correnti in un partito solo” hanno avuto un moto d’animo paragonabile all’indignazione. E senza essere “indignados”. Perché sappiamo tutti che il Pd è un partito, non un movimento di protesta. Non siamo in mezzo a Occupy Wall Street, qui non si tratta di “incontrarsi e discutere per vedere se è possibile trovare le ragioni per impegnarsi in una protesta condivisa” come ci racconta Roberto Saviano nel suo reportage da Zuccotti Park. Un partito non può essere “una forza centrifuga – sempre Saviano su OWS – dove ciò che unisce è l’obiettivo, non la visione del mondo”.

Nel partito un leader c’è e si chiama Pierluigi Bersani, e sarebbe utile sentire una sola voce. Esiste pure un programma e una linea politica da seguire. Fassina ricorda che “il governo Monti non è il governo del Pd. Ci convivono forze politiche con idee e culture contrapposte, su cui il governo è chiamato a trovare un bilanciamento. Tenere chiaro il profilo del Pd è la migliore assicurazione per la durata di Monti”.

Ecco, se ci fosse un microfono umano anche qui, come tra le tende piazzate nel centro di New York, il mantra da ripetere alle persone vicine sarebbe proprio questo: “Tenere chiaro il profilo del Pd è la migliore assicurazione per la durata di Monti”. Il resto è noia, ovvero paginate di giornali su gossip, divisioni, correnti, imbarazzi e possibili scenari. Quanto alla richiesta di un nuovo congresso, oggi produrrebbe solo l’effetto di accontentare gli addetti ai lavori affamati di polemica per riempire pagine di giornale. Il sentimento del 99 per cento (nel senso di I’m the 99 per cent), i simpatizzanti a cui non piace più essere chiamati “militanti”, è riassumibile oggi nella frase di morettina memoria: “No, il dibattito no!”.

Giovanni Robertini

Vive a Milano. Come autore televisivo ha fatto parte del gruppo di brand:new e di Avere Ventanni per Mtv; de L'Infedele e di Invasioni Barbariche (dove si trova ora) per La7. Ha pubblicato il libro "Il Barbecue dei panda - L'ultimo party del lavoro culturale"