WhatsApp ha di recente aggiornato la sua applicazione per inviarsi messaggi su smartphone, aggiungendo anche per iOS (il sistema operativo di Apple) il sistema delle spunte nella schermata in cui sono elencate le chat aperte, in modo da capire più rapidamente se un proprio messaggio è stato inviato (una spunta), ricevuto (due spunte) o letto dal destinatario (due spunte blu). Sui telefoni Android le spunte blu funzionavano così già da tempo, ma su iOS finora l’unico modo per sapere lo stato del proprio messaggio era entrare in ogni singola chat. La nuova soluzione è più pratica ed è simile a quella adottata da altri sistemi di messaggistica come Messenger di Facebook, azienda che ha la proprietà di WhatsApp. Oltre alle spunte nell’elenco delle chat, WhatsApp ha anche aggiunto una nuova opzione per condividere allegati diversi dalle fotografie, come documenti di testo: per ora funziona solo con i PDF, ma altri formati dovrebbero essere aggiunti in tempi brevi.
Giovanni Veronesi, sceneggiatore e regista, ha scritto una lettera arrabbiata al Foglio per lamentarsi del titolo con cui è stata riprodotta sul Foglio di lunedì scorso una sua intervista al Fatto. L’intervista tra le altre cose affrontava il rapporto di Veronesi con Francesco Nuti, attore e regista malato da tempo e con problemi di alcolismo, e sul Foglio del lunedì era stata intitolata: «Io, Nuti e la vodka». Il Foglio del lunedì non è curato dalla redazione del Foglio ma è diretto da Giorgio Dell’Arti: ogni settimana ripubblica – rititolandoli, quindi – una selezione di articoli usciti sulla stampa italiana.
I candidati Democratici alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton e Bernie Sanders, si sono confrontati domenica sera in un dibattito televisivo organizzato da CNN. Il confronto non ha mostrato niente di nuovo tra i due candidati, e arriva in un momento in cui Clinton sembra avere un vantaggio difficilmente colmabile nella conta dei delegati e l’attenzione dei media e degli elettori è attirata dalla campagna elettorale dei Repubblicani e dai suoi surreali sviluppi. Il momento di cui si parla di più del dibattito di stanotte è quello in cui Sanders, interrotto da Clinton, reagisce in modo un po’ brusco.
Alcuni si chiedono se Sanders non abbia esagerato: «Sanders deve sempre mantenere un sottile equilibrio: attaccare Clinton senza sembrare prepotente o paternalista», ha scritto Chris Cillizza del Washington Post. «Domenica sera ha inciampato: il suo “scusa, sto parlando io” mostra che stava perdendo la calma, il suo successivo “posso finire, per favore?” ha fatto sì che il suo tono e il suo approccio verso la potenziale prima donna candidata alla presidenza diventassero LA storia della serata» (parlare di questa storia mentre tra i Repubblicani si discute della lunghezza del pene di Trump fa un certo effetto, comunque).