Davvero i vombati stanno aiutando gli altri animali a salvarsi dagli incendi in Australia?

(Udo Weitz/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Nel weekend ha avuto decine di migliaia di condivisioni un tweet che raccontava una storia piuttosto sorprendente sugli incendi che da settimane stanno devastando l’Australia, causando enormi danni agli ecosistemi e alla fauna locale. La storia riguarda i vombati, marsupiali australiani simili a grosse marmotte solitamente molto ostili agli intrusi, che sarebbero stati osservati mentre ammettevano nelle loro tane sotterranee animali di altre specie per offrire rifugio dagli incendi. In certi casi, diceva il tweet, i vombati li avrebbero addirittura guidati alla salvezza conducendoli sottoterra.

La notizia ha generato moltissimo interesse e anche un po’ di scetticismo, e su Twitter alcuni etologi interpellati da utenti perplessi si sono espressi. David Hamilton, ecologo che in Australia studia il comportamento dei diavoli della Tasmania, ha detto di dubitare che le cose stiano esattamente come raccontate. Ha spiegato però che visto che le tane dei vombati sono molto grandi, altri animali potrebbero benissimo averne approfittato per ripararsi. Ma l’ipotesi che i vombati abbiano guidato alla salvezza altri animali «semplicemente non ha senso: è un comportamento estremamente rischioso e insolito, con pochi apparenti vantaggi».

Jack Ashby, esperto di mammiferi australiani e capo del museo zoologico dell’Università di Cambridge, ha concordato con Hamilton: «i vombati sono ovviamente meravigliosi e importanti per l’ambiente, ma è una forzatura pensare che abbiano deliberatamente “aiutato”». La notizia peraltro era stata diffusa anche dall’account Instagram di Greenpeace Nuova Zelanda, che però poi l’ha corretta segnalandola come falsa.

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Un’ultima cosa da sapere sui vombati è che normalmente non sono grandi come quello in foto, che si chiamava Patrick ed era il più vecchio e probabilmente il più grande a essere mai vissuto: normalmente sono più piccoli, anche se arrivano comunque a un metro di lunghezza. Una delle loro caratteristiche più note è che fanno la cacca a cubetti: non è chiaro perché, anche se un’ipotesi – recentemente messa in discussione da alcuni scienziati – è che serva a non farla rotolare via e a marcare così più efficacemente il territorio.