Le cascate che hanno fatto cambiare colore all’Uluru

Le cascate che hanno fatto cambiare colore all'Uluru

Le abbondanti piogge degli ultimi giorni hanno provocato la formazione di diverse cascate sull’Uluru, il più famoso massiccio roccioso dell’Australia centrale, che è un luogo sacro per gli aborigeni australiani ed è conosciuto anche come Ayers Rock. Tra le altre cose, la pioggia ha cambiato i colori delle rocce, facendo assumere al massiccio tonalità rosso scuro, argentee e persino nere, e offrendo ai visitatori la vista di un paesaggio piuttosto raro. Quando piove molto è possibile che si formino piccole cascate sull’Uluru, ma questa volta lo staff del parco nazionale che lo ospita ha definito l’evento meteorologico che le ha fatte formare «unico e straordinario»: in media sul massiccio cadono infatti circa 300 millimetri di pioggia all’anno e soltanto nel fine settimana ne sono caduti 46.

Over the weekend Uluṟu received more than 46mm of rain.

The unique and extraordinary weather event saw tourists and…

Posted by Uluṟu-Kata Tjuṯa National Park on Monday, 22 March 2021

Il video dei due delfini nel Canal Grande a Venezia

Il video dei due delfini nel Canal Grande a Venezia

Lunedì una coppia di delfini è arrivata fino all’imbocco del Canal Grande, a Venezia, all’altezza della Punta della Dogana. I due delfini sono entrati nel bacino di San Marco passando dal canale della Giudecca e infine dall’imbocco del Canal Grande, per poi allontanarsi.

La presenza di delfini nella laguna veneziana non è un evento rarissimo, ma è piuttosto insolito che si spingano fino a una zona dove solitamente c’è molto traffico di barche e navi come è il bacino di San Marco, l’area davanti a Piazza San Marco, da cui si imbocca il Canal Grande. In questo periodo però, a causa delle restrizioni per la pandemia da coronavirus, il traffico è molto diminuito, cosa che ha permesso l’arrivo di animali marini che generalmente si tengono lontani da quella zona.

Nino Manfredi, nato un secolo fa

Nino Manfredi, nato un secolo fa

Un secolo fa, il 22 marzo 1921, nacque a Castro dei Volsci in provincia di Frosinone Saturnino Manfredi, che qualche decennio dopo divenne conosciuto come Nino e soprattutto come uno dei più grandi interpreti di quel genere di film, comico ma anche drammatico, che fu la commedia all’italiana. Nino Manfredi è forse un po’ meno ricordato e celebrato rispetto ad attori come Ugo Tognazzi, Alberto SordiVittorio Gassman e Marcello Mastroianni, pur essendo considerato assieme a loro uno dei “colonnelli del cinema italiano“. Fu attore, regista, cantante, lavorò in radio, al teatro, in televisione e al cinema. Passando alla storia per film come Nell’anno del Signore, Pane e cioccolata, Café Express, Brutti, sporchi e cattivi e C’eravamo tanto amati.

Tra i tanti che la interpretarono, la sua versione di “Tanto pe’ cantà”, scritta negli anni Trenta, rimane forse la più celebre.

Manfredi – che morì a Roma il 4 giugno 2004 – sarà ricordato questa sera da un documentario su Rai Due, diretto dal figlio Luca.

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