Donald Trump ha cambiato la sua posizione sulla tortura

(AP Photo/Gerald Herbert)
(AP Photo/Gerald Herbert)

Donald Trump, l’attuale favorito per ottenere la nomination dei Repubblicani alle prossime presidenziali degli Stati Uniti, ha detto al Wall Street Journal di non avere intenzione di violare le leggi internazionali in fatto di tortura in contesto militare. Trump ha quindi cambiato decisamente posizione rispetto a un mese fa, quando nel corso di un dibattito fra candidati Repubblicani alla presidenza aveva detto che avrebbe permesso «il waterboarding, e anche qualcosa di molto peggio del waterboarding». Il waterboarding è considerato una forma di tortura sia dalle leggi statunitensi sia da quelle internazionali. In precedenza Trump aveva già suggerito di uccidere i familiari dei miliziani dello Stato Islamico come contromisura per fermare il gruppo terrorista.

Nelle ultime settimane diversi funzionari militari americani – fra cui l’ex direttore della CIA Michael Hayden – avevano criticato Trump per le sue posizioni radicali sulla tortura e la lotta al terrorismo. Nella dichiarazione fornita al Wall Street Journal, Trump ha precisato: «userei ogni strumento legale per fermare i terroristi. Capisco, però, che gli Stati Uniti siano sottoposti a leggi e trattati [internazionali], e non ordinerò ai nostri militari o ad altri ufficiali di violare quelle leggi.»