Il trailer di “Glass Onion”, il sequel di “Knives Out”, sempre con Daniel Craig

Il trailer di "Glass Onion", il sequel di "Knives Out", sempre con Daniel Craig

Netflix ha pubblicato il trailer di Glass Onion, il sequel del film del 2019 Knives Out in cui Daniel Craig interpreta un investigatore privato che indaga sulla morte di un celebre scrittore di gialli. Anche in Glass Onion Craig è l’investigatore Benoit Blanc, ma il caso è chiaramente un altro e il resto del cast è diverso: ci sono, tra gli altri, Edward Norton, Janelle Monáe, Kathryn Hahn e Kate Hudson. La storia è ambientata su un’isola greca.

“Glass Onion” significa letteralmente “cipolla di vetro”: l’espressione è il titolo di una canzone dei Beatles del 1968 che fa riferimento a una battuta di Paul McCartney sulle persone che interpretavano con troppa fantasia i testi delle canzoni del gruppo. Una “cipolla di vetro” è infatti qualcosa con tanti strati ma trasparente.

L’enorme fila di auto per lasciare il Burning Man

L'enorme fila di auto per lasciare il Burning Man

Il fotografo Jacob Riglin ha pubblicato una foto molto spettacolare in cui si vede un’enorme fila di veicoli mentre lasciano il Burning Man, il famoso e strano festival che si tiene ogni anno dal 1991 nel deserto del Nevada, negli Stati Uniti.

La foto è stata realizzata con un drone domenica 4 settembre, e mostra 14 file di auto e altri veicoli in coda: Riglin stesso era in coda quando ha scattato la foto, e ha detto di aver impiegato sei ore per uscirne. Non è insolito che si formino grandi code all’uscita del Burning Man, dato che il festival si svolge in mezzo al deserto e non ci sono molte alternative stradali per allontanarsi in auto (sul sito del festival c’è anche una dettagliatissima pagina piena di consigli al riguardo).

Il Burning Man si svolge ogni anno a “Black Rock City”, una città costruita appositamente per il festival e che vive solo in quei giorni: il nome del festival deriva dal fatto che ogni anno viene bruciata un’alta struttura di legno a forma di uomo, detta appunto “The Man”.

Il festival nacque come evento della controcultura, ma negli anni è cambiato e si è evoluto fino a diventare qualcosa di difficile da inquadrare. Ufficialmente è dedicato «alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza», ma da raduno contro-culturale tra nerd e appassionati di tecnologia che volevano esplorare liberamente droghe e pratiche sessuali e artistiche, è diventato un evento sempre più alla moda, frequentato da gente in costumi bizzarri e molti ricchi e famosi.

Il video di Macron che parla al telefono con Zelensky la mattina in cui è stata invasa l’Ucraina

Il video di Macron che parla al telefono con Zelensky la mattina in cui è stata invasa l'Ucraina

In un passaggio del documentario Un Président, l’Europe et la guerre (Un presidente, l’Europa e la guerra), andato in onda lo scorso 30 giugno sul canale televisivo pubblico francese France 2, si vede Macron parlare al telefono col presidente ucraino Volodymyr Zelensky la mattina stessa dell’invasione russa dell’Ucraina. Il passaggio sta circolando molto su Twitter dopo la sua diffusione da parte della giornalista americana Eleanor Beardsley, inviata di NPR a Parigi.

Nel video si sente Zelensky raccontare a Macron che i russi hanno inviato forze militari e soldati «ovunque» nelle città ucraine, compresa la capitale Kiev, passando per la Bielorussia. «È inimmaginabile», dice Zelensky a Macron, aggiungendo che «non è come nel 2014: è molto, molto di più». Zelensky si riferiva all’invasione e annessione della penisola ucraina di Crimea, compiuta dalla Russia in modo estremamente rapido e a sorpresa, con molti meno mezzi e senza bombardamenti. Il video ritrae Macron che ascolta in silenzio Zelensky, che definisce quella in corso una «guerra totale» e chiede al presidente francese di parlare personalmente col presidente russo Vladimir Putin e di unire i leader occidentali in uno sforzo diplomatico comune contro la guerra.

Nel documentario da cui è tratto il video il giornalista francese Guy Lagache ha raccontato gli sforzi diplomatici fatti dal presidente francese Emmanuel Macron nei primi mesi di invasione dell’Ucraina, che hanno coinciso tra l’altro col semestre di presidenza francese del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo in cui siedono i rappresentanti dei governi dei 27 paesi dell’Unione.

 

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