Un piccolo passo per un razzo, un grande balzo per la NASA

Un piccolo passo per un razzo, un grande balzo per la NASA

Dopo numerosi rinvii, giovedì 18 marzo la NASA ha eseguito con successo un test del principale componente del suo Space Launch System, il sistema di lancio orbitale che l’agenzia spaziale statunitense utilizzerà per raggiungere la Luna nell’ambito del programma Artemis. Il test è consistito nell’accensione per 8 minuti dei quattro motori RS-25 montati alla base del primo stadio del razzo, quello centrale arancione. Ai tecnici della NASA sarebbe bastato meno per verificare capacità e affidabilità dei motori, ma visto l’andamento positivo della prova hanno allungato i tempi del test.

I quattro motori erano assicurati a una grande struttura ben ancorata al suolo, per resistere alle forti sollecitazioni. Se i dati raccolti con il test non riserveranno strane sorprese, i motori saranno trasportati dall’area di prova nel Mississippi meridionale al Kennedy Space Center in Florida, per essere assemblati alla base del primo stadio dell’SLS, un razzo alto 65 metri.

Nella sua configurazione completa, con gli altri stadi, SLS raggiungerà un’altezza di quasi 100 metri e sarà il sistema di lancio più potente realizzato dalla NASA.

Il primo lancio di SLS è previsto per l’inizio del 2022, quando la NASA effettuerà una missione di prova verso la Luna, senza equipaggio a bordo con la missione Artemis 1. Se tutto procederà come previsto, l’agenzia spaziale lavorerà poi alla preparazione della prima missione con esseri umani, con l’obiettivo di organizzare un nuovo allunaggio entro il 2024, il primo con un’astronauta. Considerati i numerosi ritardi accumulati dagli anni da SLS, molti osservatori ritengono che la scadenza sia troppo vicina e difficilmente realizzabile.

(NASA/Robert Markowitz)

Il programma Artemis coinvolgerà diverse altre agenzie spaziali, compresa l’Agenzia Spaziale Europea. Prevede la costruzione di Gateway, una base spaziale intorno alla Luna che consenta non solo di raggiungere più di frequente la superficie lunare, ma anche di sperimentare soluzioni e tecnologie che un giorno potranno essere utilizzate per l’esplorazione di Marte con astronauti.

Il video virale dell’uomo che va in skateboard ascoltando i Fleetwood Mac sarà venduto come NFT

Il video virale dell'uomo che va in skateboard ascoltando i Fleetwood Mac sarà venduto come NFT

Nathan Apodaca, autore di un video diventato molto popolare online nei mesi scorsi in cui lo si vede andare in skateboard e bere succo di mirtillo con la canzone “Dreams” dei Fleetwood Mac in sottofondo, ha deciso di vendere il video originale pubblicato su TikTok come NFT, acronimo delle parole inglesi “Non-Fungible Token” (“beni non fungibili”), un sistema per certificare l’autenticità e unicità di file digitali che sta diventando sempre più diffuso.

Apodaca, il cui nickname su TikTok è @420doggface208, venderà il video venerdì 19 marzo sulla piattaforma Rarible, secondo il sito TMZ, partendo da una base d’asta di 500mila dollari. Il video sarà venduto però senza la base musicale dei Fleetwood Mac, di cui Apocada non detiene i diritti.

La vendita di NFT è un fenomeno recente ma in grande espansione, e funziona attraverso la blockchain, la tecnologia alla base tra le altre cose delle criptovalute, che conferisce ai file un valore di unicità che in certi casi viene effettivamente riconosciuto dal mercato.

♬ Dreams (2004 Remaster) – Fleetwood Mac

P3rch3 5u 7w1tt3r qu4!cun0 scriv3 cos1?

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Il cantante Ermal Meta, vincitore del Festival di Sanremo nel 2018, ha pubblicato un paio di tweet in cui spiegava di aver “scoperto” un particolare modo di scrivere sul social network usato principalmente da chi vuole criticarlo o prenderlo in giro, per evitare che i tweet siano trovati con una normale ricerca testuale. È una specie di codice che esiste da diversi anni ed è noto come leet o leet speak. Molto semplicemente, prevede che al posto di certe lettere si usino dei numeri graficamente simili (per esempio il 3 al posto della “e”, o il 4 al posto della “a”). In modo che, criticando per esempio 1l P05t, un’eventuale ricerca escluda i tweet che si vogliono tenere un po’ nascosti.

Il “59”, invece, non c’entra. È un modo che Meta ha scelto per evitare di scrivere “cazzo”, visto che in un recente video del programma Le Iene di cui è stato protagonista aveva ripetuto la parola 58 volte.

 

Il leet non è una cosa solo italiana, non si usa solo su Twitter e di certo non solo per criticare Ermal Meta.

E nemmeno esiste un solo e codificato leet: la stessa parola leet per esempio, può diventare “l33t” o anche, con una traduzione più drastica, “1337”. Deriva dalla parola “elite”, e non prevede regole troppo rigide. Ci sono casi in cui la lettura può essere piuttosto ostica, altri in cui decifrare il testo è relativamente facile. Come nel caso di questo messaggio, che in questi anni potreste aver visto in qualche angolo di internet:

QU3570 M3554GG10 53RV3 4 PR0V4R3 CH3 L3 N057R3 M3N71 P0550N0 F4R3 GR4ND1 C053! C053 1MPR35510N4N71! 4LL’1N1Z10 3R4 D1FF1C1L3, M4 G14′ 1N QU3574 R1G4, L4 7U4 M3N73 574 L3GG3ND0 4U70M471C4M3N73 53NZ4 P3N54RC1 5U, 511 0RG0GL1050!

Per tornare invece alla musica italiana, il leet è molto presente nei testi di tha Supreme, produttore e rapper di 20 anni, e di grande successo. Il suo primo e finora unico disco si intitola 23 6451. Ovvero: “Le basi”.

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