Venerdì 18 marzo ci sono stati in tutta Italia venti scioperi diversi nel settore dei trasporti. Sono stati proclamati quasi tutti da sindacati minori e i disagi sono stati limitati quasi ovunque, tranne che nelle grandi città. A Roma, dove diversi sindacati dell’azienda dei trasporti pubblici locali (ATAC) hanno protestato contro le condizioni di lavoro dei dipendenti, la metropolitana ha chiuso tra le 8 e 30 e le 12 e 30 e i mezzi di superficie hanno subìto numerosi ritardi. Tra i diversi scioperi indetti ieri, uno in particolare è piuttosto interessante perché alcune piccole sigle sindacali hanno proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private con delle motivazioni piuttosto curiose.
La Confederazione Unitaria di Base (CUB) ha scioperato contro la guerra, le spese militari e a favore dell’autodeterminazione dei popoli, organizzando a Milano incontri con i rappresentanti della comunità curda (alcuni movimenti politico-militari curdi stanno combattendo contro il governo in Turchia e contro l’ISIS e altre milizie in Siria).
SI COBAS, piccolo sindacato nato da una scissione di un altro piccolo sindacato, i COBAS, ha protestato contro la guerra e gli interventi militari all’estero, compreso quello italiano in Libia (che però, come ha fatto notare il presidente del Consiglio Matteo Renzi, non è iniziato e al quale il suo stesso governo è piuttosto ostile).
Infine il sindacato USI-AIT ha protestato tra le altre cose «contro la guerra e gli interventi militari all’estero che dietro al pretesto della lotta al terrorismo promuovono piani imperialistici di sfruttamento e oppressione».