Il tweet della prima senatrice transgender degli Stati Uniti a chi le chiedeva del suo genere

Il tweet della prima senatrice transgender degli Stati Uniti a chi le chiedeva del suo genere

Sta ricevendo molte attenzioni un tweet di Sarah McBride, la prima donna transgender a essere stata eletta al Senato di uno stato durante le elezioni degli Stati Uniti dello scorso 3 novembre. McBride è nata nel 1990, è un’attivista per i diritti delle persone LGBT+ e in quanto senatrice dello stato del Delaware è la persona transgender con l’incarico politico più importante negli Stati Uniti.

Il tweet è lo screenshot di un messaggio con il quale una persona (la cui identità è stata nascosta) si rivolge a McBride e chiede: «Sono confusə, sei un ragazzo o una ragazza?». McBride quindi risponde: «Sono una senatrice». È difficile tradurre la risposta in italiano riuscendo a rendere tutte le sfumature perché nella nostra lingua ci sono una parola maschile e una femminile che indicano la stessa professione (senatore/senatrice). McBride utilizza invece una parola neutra, “senator”, che come la maggior parte dei sostantivi inglesi indica sia i senatori che le senatrici. Dicendo “I’m a senator”, quindi McBride ribadisce l’importanza del proprio ruolo ma soprattutto riesce a superare il discorso dell’identità di genere e dei pregiudizi che spesso sono ancora legati alle persone transgender. Per commentare il suo tweet, che ha ottenuto più di 400mila like, McBride ha poi aggiunto: «Spero che così sia tutto più chiaro».

Nello Utah è spuntato un monolite argentato in mezzo alle montagne

Nello Utah è spuntato un monolite argentato in mezzo alle montagne

Mercoledì scorso alcuni membri del Dipartimento di pubblica sicurezza dello Utah, negli Stati Uniti, stavano sorvolando in elicottero una zona a sud-est dello stato per aiutare la divisione che si occupa della tutela della fauna selvatica. Durante il sorvolo hanno però notato qualcosa di molto strano, e decisamente in contrasto con il terreno rossastro e roccioso dell’area: un monolite di un colore argentato scintillante, alto circa 3 metri e piantato nel terreno.

Il pilota dell’elicottero, Bret Hutchings, ha detto alla televisione locale KSL di credere che si tratti di un’installazione artistica di qualche fan di 2001: Odissea nello spazio, il film di Stanley Kubrick del 1968 che inizia con una famosa scena in cui è presente un grosso e misterioso monolite nero. Il Dipartimento non ha specificato la zona in cui è stato trovato il monolite e ha detto che non è chiaro al momento chi lo abbia messo lì. In un comunicato ha aggiunto però che è illegale posizionare strutture o installazioni artistiche nei luoghi pubblici «a prescindere dal pianeta da cui si proviene».

(Dipartimento di pubblica sicurezza dello Utah)

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Zerocalcare e le polemiche sulla copertina dell’Espresso

Zerocalcare e le polemiche sulla copertina dell'Espresso

La scorsa settimana il settimanale L’Espresso ha pubblicato una lunga intervista al fumettista Zerocalcare, a cui è stata dedicata anche la copertina con il titolo “L’ultimo intellettuale”. Zerocalcare, il cui vero nome è Michele Rech, aveva commentato la copertina venerdì sera durante il programma Propaganda Live, dicendo che «tutte le volte che mi hanno chiesto se sono un intellettuale ho sempre risposto di no» e che nonostante nella foto in copertina sembrasse essersi messo “in posa”, in realtà lui non sapeva nemmeno dove fosse stata realizzata la foto: «Non so dove l’hanno pescata su Internet», ha detto.

Venerdì Zerocalcalcare aveva anche scritto un post su Facebook in cui spiegava di non aver scelto lui né la foto né il titolo della copertina, facendo intuire che non fosse molto d’accordo sulla scelta editoriale: «Qualsiasi cosa vediate oggi (o domani o fino al giorno della vostra morte) ricordate che: 1) non faccio io le copertine 2) me vojo ammazzà pe molto meno me vesto da mucca e vado al mattatoio sperando che me confondono».

Lunedì, infine, ha pubblicato un ulteriore commento su Facebook e sulle storie di Instagram riguardo alla copertina dell’Espresso, dicendo che «se dovessi scegliere tra definirmi un intellettuale o una foca ammaestrata mi riconoscerei di più nella foca ammaestrata, ma un giornale può decidere di titolare come cazzo vuole e non me deve chiedere il permesso». Ha aggiunto però che dopo il suo intervento a Propaganda Live alcuni avevano pensato che dicendo di non sapere da dove fosse stata presa la foto di copertina stesse sminuendo «la professionalità e il lavoro di chi quella foto l’ha scattata», e ha quindi pubblicato il nome della fotografa che aveva realizzato la foto alcuni mesi fa a margine del Festival di Internazionale, Isabella De Maddalena.

Zerocalcare ha quindi concluso dicendo che «io pensavo de dové passà una settimana a discute co chi se lamentava dell’intervista per le questioni della violenza o der decoro, invece non gliene frega un cazzo a nessuno e tutto er tema è se uno è intellettuale o no, ma come cazzo ve va boh».

[La consueta rubrica delle giustificazioni]
Giuro che è l’ultima di sta settimana, ma in questa annosa vicenda della…

Pubblicato da Michele Rech su Lunedì 23 novembre 2020

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