Come NON si fa atterrare un razzo spaziale
La compagnia spaziale SpaceX ha messo online un montaggio di tutti i suoi tentativi falliti nel fare atterrare il primo stadio del suo razzo spaziale Falcon 9 dopo il lancio, per riciclarlo e ridurre i costi di ogni missione. Dalla sua fondazione sotto la guida del CEO Elon Musk, SpaceX ha lavorato per rendere possibile il riutilizzo dei razzi e diventare più competitiva nel mercato dei lanci spaziali, offrendo trasporti meno costosi e più frequenti per le aziende che vogliono portare in orbita i loro satelliti. Il primo volo del Falcon 9 risale al giugno del 2010 e da allora ci sono stati 41 lanci di sue varie versioni, 39 sono stati un successo, mentre due sono andati storti.
Quando il primo stadio del Falcon 9, quello che dà la spinta maggiore per portare il razzo verso l’orbita terrestre, si separa dal resto, torna indietro e ha la capacità di compiere una manovra per atterrare (al suolo o su una barca-drone sull’oceano), invece di disintegrarsi nell’atmosfera. SpaceX ha impiegato anni per perfezionare il sistema di rientro automatico e soprattutto assicurarsi che lo stadio non si danneggiasse nell’atterraggio. Il primo risultato positivo è stato ottenuto nel 2015 e da allora SpaceX ha ulteriormente migliorato i sistemi di recupero. Nell’ambito dei 41 lanci eseguiti finora, il primo stadio del Falcon 9 ha compiuto 21 tentativi di rientro controllati e 16 sono andati a buon fine. Alcuni degli stadi sono già stati reimpiegati per altre missioni spaziali, avvicinandosi all’obiettivo di ridurre sensibilmente i costi per ogni lancio. SpaceX ha inoltre accordi e contratti miliardari con la NASA in vista dello sviluppo di un sistema di trasporto per gli astronauti, verso la Stazione Spaziale Internazionale.