Il video in cui Paola Egonu parla del razzismo che subisce

Il video in cui Paola Egonu parla del razzismo che subisce

Sabato, al termine della finale per il terzo posto ai Mondiali femminili di pallavolo tra Italia e Stati Uniti, la giocatrice italiana Paola Egonu è stata filmata da un tifoso mentre si lamentava con il suo procuratore del modo in cui viene trattata e del razzismo che subisce. Dice: «Non puoi capire, non puoi capirmi, è stancante. Mi hanno chiesto addirittura perché sono italiana». Poi Egonu sembra dire di non voler più giocare con la Nazionale.

Inizialmente i giornali avevano scritto che Egonu – che ha 23 anni ed è una delle pallavoliste più forti al mondo – aveva annunciato il ritiro dalla Nazionale. Poi Egonu stessa in conferenza stampa ha detto cose un po’ diverse, confermando la difficoltà e la sofferenza che le causano le critiche e gli insulti che riceve, ma smentendo di aver deciso di lasciare la Nazionale. Ha però accennato alla voglia di prendersi una pausa, anche in concomitanza con il suo trasferimento dall’Imoco Conegliano al VakifBank Istanbul.

Dopo la diffusione del video tantissime persone hanno espresso vicinanza a Egonu. Domenica è stata contattata anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che le ha espresso la propria solidarietà.

Il video delle attiviste ecologiste che lanciano zuppa di pomodoro sui “Girasoli” di Van Gogh, per protesta

Il video delle attiviste ecologiste che lanciano zuppa di pomodoro sui “Girasoli” di Van Gogh, per protesta

Venerdì mattina due attiviste del gruppo ecologista “Just stop oil” hanno lanciato della zuppa di pomodoro sul celebre dipinto i “Girasoli” di Van Gogh nella National Gallery di Londra, in segno di protesta. La National Gallery ha fatto sapere che il quadro non è stato danneggiato, dato che il dipinto è protetto da un pannello di vetro, e che sono stati rilevati danni minori solo sulla cornice.

Le due attiviste, di 20 e 21 anni, entrambe inglesi, si sono tolte le rispettive giacche per mostrare due magliette con la scritta del gruppo, che si batte per convincere il governo britannico a sospendere ogni progetto che abbia a che fare con lo sfruttamento di petrolio e altri idrocarburi. Poi hanno lanciato il contenuto di una latta di zuppa al pomodoro contro il quadro e si sono incollate una mano ciascuna sulla parete a cui è appeso, tra lo stupore degli altri visitatori.

Rivolgendosi alle altre persone in sala, una delle due ha chiesto se valga di più l’arte rispetto alla vita, al cibo e alla giustizia. Ha poi chiesto a chi era nella sala se fosse più preoccupato di proteggere un dipinto rispetto al pianeta e alle persone che lo abitano. «Il costo della crisi della vita è parte del costo della crisi del petrolio», ha continuato l’attivista, che si chiama Phoebe Plummer: milioni di persone non possono nemmeno permettersi di riscaldare una lattina di zuppa, ha detto, prendendo da terra quella che avevano appena lanciato contro il quadro.

Non è la prima volta che le attiviste e gli attivisti di Just stop oil organizzano proteste nei musei per cercare di creare consapevolezza sui temi relativi alla crisi ambientale prodotta dalle attività umane. Lo scorso luglio due di loro avevano incollato una mano ciascuno alla cornice del quadro “Il carro da fieno” di John Constable, sempre alla National Gallery, mentre altre e altri avevano fatto lo stesso in vari musei di Scozia e Inghilterra.

Il video girato durante l’assalto al Congresso in cui Nancy Pelosi dice di voler prendere a pugni Donald Trump

Il video girato durante l'assalto al Congresso in cui Nancy Pelosi dice di voler prendere a pugni Donald Trump

CNN ha pubblicato in esclusiva alcuni video mostrati giovedì nel corso di un’audizione della commissione d’inchiesta della Camera statunitense che sta indagando sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021, compiuto dai sostenitori dell’allora presidente Donald Trump per cercare di fermare la certificazione dell’elezione vinta da Joe Biden. I video mostrano soprattutto la reazione della speaker della Camera, la Democratica Nancy Pelosi, che durante l’assalto era stata portata insieme ad altri parlamentari a Fort McNair, una base dell’esercito a circa 3 chilometri dal Congresso, a Washington D.C.

I video, realizzati dalla figlia di Pelosi, la giornalista e documentarista Alexandra Pelosi, riprendono tra le altre cose la speaker reagire alle indiscrezioni secondo cui Trump volesse andare personalmente al Congresso a protestare insieme ai suoi sostenitori contro l’elezione di Biden. In un video si vede il capo dello staff di Pelosi, Terri McCullough, informarla che Trump alla fine era stato dissuaso dall’andare al Congresso. Pelosi a quel punto risponde che lei spera che Trump venga, «così lo prenderò a pugni, andrò in prigione e ne sarò felice».

In altri video ripresi da Alexandra Pelosi e pubblicati da CNN, si vede Pelosi guardare le immagini dell’assalto al Congresso in tv e cercare di gestire la situazione per ripristinare in qualche modo la sicurezza dei parlamentari. Pelosi telefona a diverse autorità per chiedere l’intervento della Guardia Nazionale, la principale forza di riservisti dell’esercito statunitense.

C’è anche il video di una telefonata con il vicepresidente Mike Pence, che in quel momento si trovava ancora al Congresso: Pelosi chiede a Pence se stia bene e gli consiglia di non far sapere a nessuno dove si trovi. Pence sarebbe riuscito a fuggire poco dopo, mentre alcuni assalitori, ancora fuori dal Congresso, urlavano «Impiccate Mike Pence!» e «Portate fuori Pence!». L’ex vicepresidente era accusato dai sostenitori di Trump di non aver fatto abbastanza per fermare la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden.

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