Le “luci telluriche” durante il terremoto in Messico, forse

Le "luci telluriche" durante il terremoto in Messico, forse

Nelle ultime ore stanno circolando sui social network i video di un fenomeno ottico molto raro avvenuto in Messico in seguito al terremoto di magnitudo 7.0 che ha interessato il paese nella notte tra martedì e mercoledì. Contemporaneamente e successivamente alla scossa, diverse persone di Città del Messico, a 370 km dall’epicentro, hanno notato in cielo bagliori di varie forme e colori.

Il fenomeno – ancora discusso e sul quale ci sono diverse teorie, che lasciano scettici vari esperti – è definito “luce tellurica”, e viene segnalato raramente. In generale, gli avvistamenti riguardano terremoti con magnitudo superiore a 5.0, con maggiori segnalazioni di notte, come è successo in Messico. Generalmente questi bagliori sono descritti come della durata di pochi secondi in concomitanza con i terremoti, ma in passato ci sono stati casi in cui le “luci telluriche” erano state segnalate diversi mesi prima (cosa che ha contribuito allo scetticismo da parte di alcuni).

Su quale sia la causa esatta di questi fenomeni non c’è una risposta chiara. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un’ipotesi è la generazione di campi elettrici intensi per piezoelettricità, ovvero la capacità di alcuni materiali di mostrare una tensione elettrica tra gli estremi quando sono sottoposti a una pressione. In questo caso il fenomeno riguarderebbe i movimenti tettonici delle rocce contenenti quarzo.

Un’altra ipotesi è che la generazione delle luci sismiche abbia a che fare con la ionizzazione dell’ossigeno contenuto in alcuni tipi di rocce, prima e durante la scossa. In questo caso gli ioni attraverserebbero le fessure createsi all’interno delle rocce e dopo aver raggiunto l’atmosfera ionizzerebbero a loro volta piccoli strati d’aria, «trasformandoli in pacchetti di plasma emettenti luce». Secondo l’INGV altre ricerche hanno invece evidenziato che le luci sismiche potrebbero dipendere dall’angolazione della faglia, «con un loro aumento nel caso di faglie subverticali o quasi verticali».

In alcuni casi i lampi luminosi visibili all’orizzonte sono stati invece spiegati con cortocircuiti delle linee elettriche o nelle cabine elettriche di trasformazione per l’alta tensione, in seguito ai movimenti superficiali indotti dalle scosse di terremoto.

 

Il museo veneto in un ex bunker nazista, con le guide vestite da soldati della Wehrmacht

Il museo veneto in un ex bunker nazista, con le guide vestite da soldati della Wehrmacht

Martedì il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato in un post su Facebook  l’apertura di un museo all’interno di un bunker, utilizzato dall’esercito della Germania nazista durante l’occupazione dell’Italia nel corso della Seconda guerra mondiale. Il museo si trova nel comune di Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, e l’annuncio ha suscitato delle polemiche perché al suo interno ci saranno guide vestite con divise della Wehrmacht, l’esercito nazista, una scelta estesamente criticata. Zaia ha successivamente cancellato il post, e sul sito della regione Veneto è stato pubblicato un comunicato di scuse: «La Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie».

La città di Recoaro Terme fu scelta come quartiere generale nazista dal feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante delle forze tedesche in Italia, e nell’aprile del 1945 all’interno del bunker si svolse una riunione tra i plenipotenziari nazisti per decidere la resa agli Alleati, firmata poi ufficialmente il 29 aprile a Caserta.

Il museo è stato aperto grazie al contributo della società Terme di Recoaro, con l’obiettivo di promuovere il turismo locale, e secondo Zaia «la riqualificazione del bunker consente al visitatore di fermare il tempo per un’esperienza storico-culturale innovativa». Il museo è aperto sabato e domenica fino al 30 settembre, ma anche l’8 settembre, festa patronale a Vicenza, oltre che anniversario dell’armistizio del 1943 tra Italia e Alleati.

Il video dei talebani che cancellano i murales di Kabul

Il video dei talebani che cancellano i murales di Kabul

Diversi giornalisti occidentali rimasti a Kabul, in Afghanistan, stanno raccontando che dopo la riconquista del paese i talebani stanno cancellando diversi murales colorati in giro per la città. Lyse Doucet di BBC News ha detto che il primo ad essere cancellato è stato un murale del collettivo ArtLords che celebrava l’accordo di pace fra talebani e Stati Uniti. Nei giorni scorsi i talebani hanno fatto sapere che imporranno diverse limitazioni alla diffusione di prodotti culturali come musica e libri, come peraltro già accaduto negli anni del loro precedente regime, fra il 1996 e il 2001.

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