La canzone del “maggior generale moderno”, per chi ascolta Tienimi Bordone

La canzone del “maggior generale moderno”, per chi ascolta Tienimi Bordone

Nella puntata di oggi di Tienimi Bordone, il podcast quotidiano di Matteo Bordone per gli abbonati del Post, si parla di “I Am the Very Model of a Modern Major-General”, più nota come la “Major-General’s Song”. È una canzone che ha più di un secolo, pensata dai compositori britannici Gilbert e Sullivan per l’opera comica in due atti The Pirates of Penzance. È un lungo e vivace scioglilingua in rima, piuttosto famoso negli Stati Uniti e parecchio difficile da cantare, con un testo in cui, dopo essersi presentato come “il modello di un moderno maggior generale”, chi canta illustra una sorta di curriculum personale, pieno di riferimenti storici, di gag e di battute. Come dice Bordone, è «una tavolozza sulla quale hanno disegnato tantissimi», uno «standard rifatto da infiniti artisti in infiniti contesti». A cui si è aggiunta, per festeggiare la 600esima puntata del podcast, anche la personale versione di Bordone.

In The Pirate of Penzance, film del 1983 tratto dall’opera, la “Major-General’s Song” è così, tra l’altro con un paio di aggiunte per aggiornare il testo al nuovo secolo:

La versione rivista e adattata di Studio 60 on the Sunset Strip, serie tv di Aaron Sorkin su un programma ispirato al Saturday Night Live, fa invece così:

Questa, invece, è la versione dei “minions” di Cattivissimo me 3, con un testo perlopiù incomprensibile, alla Charlie Chaplin, che include la parola “lasagna”:

Qualcosa di simile successe anche nei Griffin:

 

Cosa c’è sul tetto di una chiesa italiana

Cosa c'è sul tetto di una chiesa italiana

Circola da qualche giorno online una foto scattata di recente davanti alla chiesa di San Tommaso, nel centro di Ascoli Piceno. Si vede una gru con un operaio che da un cestello pulisce il tetto. In basso, sul piazzale della chiesa, decine di palloni da calcio recuperati dal tetto, alcuni nuovi, altri meno e altri ancora anneriti dal tempo. La foto viene da un gruppo Facebook di residenti ascolani e da lì sta girando molto, perché in tanti ci riconoscono la propria infanzia (e forse anche perché un po’ riappacifica con il calcio in un momento non così positivo, diciamo).

 

Will Smith si è scusato con Chris Rock

Will Smith si è scusato con Chris Rock

Will Smith si è scusato con il comico Chris Rock per averlo schiaffeggiato durante la 94ª cerimonia degli Oscar, domenica sera. Dal palco Rock aveva fatto una battuta sui capelli di Jada Pinkett Smith, la moglie di Smith che ha l’alopecia (una malattia che comporta la perdita dei capelli), e l’attore aveva reagito alzandosi, avvicinandosi al comico per poi colpirlo. Più tardi, nella stessa serata, Smith aveva vinto il premio come migliore attore: nel suo discorso dal palco si era scusato per quanto accaduto, ma non con Rock. Lo ha fatto solo lunedì, con un messaggio postato su Instagram, dopo che l’Academy (l’associazione di addetti ai lavori che assegna gli Oscar) aveva annunciato di avere avviato alcune verifiche sul comportamento di Smith.

 

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La violenza è tossica e distruttiva in tutte le sue forme. Il mio comportamento alla serata degli Oscar è stato inaccettabile e imperdonabile. Le battute su di me fanno parte del lavoro, ma una battuta sulla salute di Jada è stata troppo per me da sopportare e ho reagito in maniera emotiva.

Vorrei scusarmi pubblicamente con te, Chris. Sono stato inappropriato e avevo torto. Sono in imbarazzo e le mie azioni non sono degne dell’uomo che voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e bontà.

Vorrei anche scusarmi con l’Academy, con i produttori della serata, con tutte le persone presenti e tutte quelle che nel mondo la stavano guardando. Vorrei scusarmi con la famiglia Williams e la mia “famiglia” del film King Richard [Smith ha vinto l’Oscar per l’interpretazione in Una famiglia vincente – King Richard, film sulla storia delle sorelle tenniste Venus e Serena Williams e del loro padre]. Mi dispiace tantissimo che il mio comportamento abbia macchiato quello che per il resto è stato un viaggio meraviglioso per tutti noi.

Sto ancora lavorando su me stesso.

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